Cultura e Spettacoli

Riuscì ad elevare un peana all’arte anche con le “picassate alla siciliana”

Viveva da eremita Renato Guttuso nello splendido Palazzo del Grillo, a Roma. In tale gioiello del Seicento, si barricava di solito dietro montagne di schizzi e disegni. Dove era difficile scovarlo e poi raggiungerlo, data la rigorosa sorveglianza del custode, coadiuvato da camerieri in livrea. Senza contare la cortina di ferro dello sbarramento insuperabile affidato al siciliano Rocco, “inflessibile guardia del corpo”. In questa singolare dimora il “lupo solitario” era riuscito a rintanarsi all’apice del successo quale – sosteneva unanimemente la critica –  “maggior pittore italiano che dipinge nei modi della figurazione naturalistica e uno dei protagonisti dell’arte europea contemporanea”. Privilegiato dalla vita? Non si direbbe. Anche a lui toccò la difficile trafila dei numerosi artisti della sua generazione. Nasce e cresce in Sicilia tra povera gente afflitta da piaghe secolari;  a 19 anni, non esita a raggiungere Roma, munito solo della sua tavolozza di autodidatta.  Ma nella Città Eterna, anziché imbocccare la scorciatoria del successo aderendo all’arte ufficiale fascista, denuncia con i suoi quadri le ingiustizie sociali e i crimini politici. Non solo. Cerca contatti con il partito comunista clandestino, ritaglia una riproduzione di Guernica, il capolavoro politico di Picasso. E sempre a Picasso s’ispira per la “Crocifissione”,  che, sulle orme de “Les Demoiselles d’Avignon”, gli darà una notorietà insperata e universale. Grazie anche a queste “picassate alla siciliana, – come definirà i suoi dipinti un critico dalla penna intinta nel vettriolo,  il realismo socialista fa di Guttuso un protagonista dell’arte italiana attirando l’interesse di un folto parterre di collezionisti. Collezionisti e appassionati d’arte ai quali vengono offerte oggi occasioni eccelse  in una mostra personale promossa dalla “Contemporanea Galleria d’Arte” di Giuseppe Benvenuto  nell’arioso spazio espositivo di viale Michelangelo 65. Una mostra che sarà inaugurata il 14 marzo, alle ore 18. In passerella opere scelte, fra cui pezzi rari e preziosi, per meglio conoscere le diverse fasi dell’operosa ricerca di Guttuso e la ricchezza tematica della sua produzione. Di qui il valore di una rassegna che spazia dai dipinti ad olio alle chine, dalle tecniche miste  di ogni decennio e di ogni soggetto caro all’artista. E ancora: nature morte,  moderne scene di genere. Infine , sarà dato ampio risalto non solo agli  studi preparatori, ma anche ad opere finite  in base ad un interessante itinerario di approfondimento. Non mancheranno, inoltre, vere e proprie chicche, come un bozzetto per un costume teatrale, compresa la serie originale da cui sono stati realizzati i famosi “tarocchi”  e la ridda di chine e disegni per approfondire i diversi approcci alla figura.

Vinicio Coppola


Pubblicato il 4 Marzo 2015

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