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Referendum: Renzi in tour in Puglia, ma non per Emiliano

Sull’agenda degli incontri del premier Matteo Renzi (Pd) nel tour elettorale pugliese di questo fine settimana non c’è alcun appuntamento ufficiale con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, incontrato la scorsa settimana a Roma. Però, non è escluso che, anche se non è previsto alcun incontro, i due possano sentirsi e, soprattutto, vedersi ora, a Bari, di nuovo riservatamente per una verifica concreta del “patto” stipulato nella Capitale durante l’incontro di disgelo tra i due. Un “patto” che – come è noto – ha portato Emiliano a dichiarare che, pur votando per il “No” al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, non si impegnerà a fa campagna contro il “Sì” sostenuto da Renzi e che in Puglia vede come suoi principali pro consoli il sindaco barese e metropolitano, Antonio Decaro, ed il segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra. A questo punto è chiaro che il ragionamento del presidente pugliese della Regione al premier sarà stato del tipo “Io mi impegno a non remare contro il ‘Sì’ e Decaro e Lacarra, se sono all’altezza di battere l’ampio fronte del ‘No’ in Puglia, lo facciano perché non ci sarò certamente io ad ostacolarli”. Ciò che non è ancora nota, invece, è la contropartita che Renzi ha dato (o darà) ad Emiliano in cambio della desistenza in Puglia al referendum costituzionale. Al riguardo le ipotesi, le illazioni e le indiscrezioni sono molteplici, ma quel che è certo è che d’ora innanzi non ci dovrebbe essere più alcun “muro contro muro” nei reciproci rapporti sia istituzionali che di partito, tra il governatore pugliese ed il segretario-premier. Infatti, secondo qualche bene informato, l’incontro romano della scorsa settimana è servito quantomeno a mettere alcuni punti fermi tra i due esponenti politici del Pd. Il primo, sempre secondo la stessa fonte, dovrebbe essere quello che d’ora innanzi tra Emiliano e Renzi non ci sarà più alcun intermediario politico, perché entrambi potranno e dovranno sentirsi e confrontarsi direttamente. Un alto punto, a detta della stessa fonte, è che Renzi dovrebbe riconoscere Emiliano come l’esponente più autorevole della sua corrente interna al Pd pugliese qualora quest’ultimo decidesse di schierarsi con lui al prossimo congresso del partito. Ed in tal caso dovrebbe dargli adeguata visibilità ed un riconoscimento nazionale che lo legittimi in tale ruolo. Ma tale evenienza –  a detta ancora del solito bene informato – si verificherebbe solo se Renzi riuscisse a vincere il referendum costituzionale di dicembre, diversamente Emiliano con la sua componente pugliese si ritaglierà uno spazio politico autonomo nel Pd, distinguendosi anche dall’attuale minoranza interna al partito, rappresentata dall’ex segretario Pierluigi Bersani e l’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, e che è notoriamente impegnata a sostenere le ragioni del “No” alla riforma costituzionale di Renzi-Boschi. Per cui, ora, Emiliano nel clou della campagna referendaria si defila pensando principalmente al suo futuro in uno scenario politico dove, qualunque sia il 4 dicembre l’esito  della riforma costituzionale, lui avrà comunque una sua via d’uscita sulla vicenda. Però, non mancano tra gli addetti della politica nostrana i soliti malpensanti che, con riferimento al recente “accordo” di desistenza tra Emiliano e Renzi, definiscono tale patto come simile a quello tra cosiddetti “scambiatori d’argento”. Ovvero quel patto dove entrambi i contraenti agiscono con delle remore vicendevoli, perché entrambi convinti di essere ingannati dalla controparte, per cui ciascuno mette in atto non a prevenire l’inganno, ma ad ingannare l’altro. Difatti, nel famoso “Patto degli scambiatori d’argento”, come si ricorderà per chi ne ha notizia, il venditore spaccia e cede per metallo pregiato uno vile, credendo di poter ingannare la controparte, mentre l’acquirente paga invece con soldi falsi. In questo caso, infatti, se così fosse, si tratterebbe solo di capire chi tra Emiliano e Renzi fa la parte del venditore del finto metallo pregiato e chi quella dell’acquirente che paga con moneta fasulla.            

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Novembre 2016

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