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Quell’arredo (inurbano) in corso Garibaldi a Cerignola

U < ‘nguacchjeh > in cemento armato a vista costruito di fronte al pregevole settecentesco Palazzo Coccia / Cirillo – oggi Carbone – sta sempre lì nonostante la Sovrintendenza abbia fatto pervenire agli Amministratori Comunali e ai proprietari committenti del manufatto l’intimazione ad adempiere alla sua demolizione. Radio Palazzo fa sapere sottobanco che la proprietà che ha richiesto e ha ottenuto l’ok per l’indicibile obbrobrio avrebbe inoltrato, contro la perentoria disposizione delle Autorità preposte a salvaguardare i Beni immobili di riconoscimento storico architettonico, un ricorso al competente Tribunale Amministrativo Regionale. Vattela ora < a pescà > come le carte e le date < ad quem > stanno messe o addirittura imbrogliate! Qui a noi preme in particolare mettere in evidenza che i Tecnici del Comune hanno preso il classico granchio nell’avere elargito alla proprietà del costruendo chiosco un nulla osta che insozza il tratto o percorso nobile che dalla parte bassa di Viale Roosevelt prosegue per Corso Garibaldi (dal numero civico 40 al 62 ) e per l’intera Piazza Duomo ( dal n. 1 al 62 dell’ ufficio Poste Centro ).  L’acume dell’Assessore all’ Arredo Urbano, dopo quattro mesi circa che ha assunto tale delega, risulta comunque basso perché fino a oggi non ha trovato neppure il tempo di sollecitare qualche suo collega della squadra dell’Esecutivo ad accorgersi che all’ interno di quel chiosco transennato alla meno peggio con nastro bianco rosso, è cresciuta a dismisura l’ erba selvatica che ha trasformato quei metri quadri in ricettacolo di rifiuti e buste e cartacce varie incastrati dal vento nel fogliame. L’argomento è riducibile ai due punti : I°) la povertà del senso di Bellezza causa il sudiciume;  II°) Il Brutto esteriore è destinato a generare gradualmente la sporcizia interiore. A riguardo di tutto ciò va comunque ricordato che esattamente un mese fa dall’Assessorato al patrimonio urbano è stata fornita alla stampa la notizia di un restyling integrale in zona Mercadante; c’è da temere dunque che con la scusa dell’integralità negli interventi anche il caso demolizione dell’ obbrobrio del chiosco venga risolto a tempi da cornacchie.

Beniamino Mastroserio


Pubblicato il 27 Luglio 2018

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