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Predire la mortalità nei pazienti affetti da Covid-19 con una proteina

Una riduzione dei livelli di una proteina, ADAMTS13, misurata in laboratorio nei primi giorni di ricovero di un paziente affetto da COVID-19, è legata ad un rischio maggiore di mortalità durante l’ospedalizzazione. Sono i risultati di uno studio, pubblicato sulla rivista Thrombosis and Hemostasis, coordinato da Elvira Grandone, medico responsabile dell’Unità di Ricerca Emostasi e Trombosi dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Lo studio “Reduction of ADAMTS13 Levels Predicts Mortality in SARS-CoV-2 Patients” si inserisce all’interno di un più vasto studio osservazionale denominato COVID-19-SGR, che riunisce 52 tra medici e ricercatori dell’Ospedale di San Pio. Come è noto, i pazienti affetti da COVID-19 presentano manifestazioni più o meno gravi della malattia associate, prevedibilmente, a conseguenze cliniche che possono essere estremamente diverse ed eterogenee.   In tutte le forme di malattia, il minimo comune denominatore è rappresentato da un’infiammazione del rivestimento interno dei vasi sanguigni (detto endotelio) che irrorano i vari organi e tessuti. Pertanto, un danno più o meno grave dell’endotelio può condurre ad una disfunzione d’organo che può comportare, nelle sue forme più severe, una compromissione permanente dello stesso organo. Uno dei meccanismi innescati dal danneggiamento dell’endotelio è la formazione di piccoli coaguli all’interno dei vasi del microcircolo dei vari organi; tale fenomeno viene chiamato “microangiopatia trombotica”. Esiste una proteina che rappresenta “il termometro” della microangiopatia trombotica: si chiama ADAMTS13 ed è prodotta da diverse tipologie di cellule, compreso l’endotelio. Una riduzione dei livelli circolanti di ADAMTS13 comporta, tra le altre cose, la formazione di trombi nei piccoli vasi (microtrombi) e una riduzione, in misura variabile, del numero delle piastrine. È stato ipotizzato da diversi studiosi che una microangiopatia polmonare giochi un ruolo centrale nel determinare una alterata funzionalità respiratoria. I ricercatori del Gruppo COVID-19-SGR hanno studiato i livelli circolanti di ADAMTS13 in un consistente numero (77) di pazienti che sono stati ricoverati nei mesi di marzo e aprile nell’IRCCS. Sono stati raccolti una serie di parametri clinici – legati alle condizioni del paziente all’ingresso, nel corso della degenza e alla dimissione – e di laboratorio e, parallelamente, è stata studiata la funzione di questa proteina. Tutti i parametri di laboratorio sono stati poi messi in relazione con l’andamento clinico della malattia durante la degenza e con le condizioni del paziente alla dimissione.


Pubblicato il 11 Settembre 2020

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