Cronaca

Ponte romano sull’Ofanto: luogo del cuore

Tutti abbiamo nel cuore almeno un luogo al quale è legata una parte della nostra vita e che vorremmo vedere scoperto, valorizzato o quantomeno protetto dall’incuria. Nasce da questo presupposto il censimento nazionale ‘I luoghi del cuore’ promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. L’iniziativa chiede a chiunque di segnalare tesori grandi e piccoli da scoprire o riscoprire perché dimenticati. Dal 2003 ogni anno vengono raccolte segnalazioni ; fino ad ora sono stati complessivamente 68 gli interventi di recupero, distribuiti su quindici regioni. Chi voglia dare il proprio contributo non ha che da connettersi su www.iluoghidelcuore.it e seguirne le istruzioni. La partecipazione al censimento è gratuita ed è aperta a tutti, italiani e non, minorenni e maggiorenni ; non è necessario essere residenti in Italia, né sono esclusi i Comitati. I risultati del censimento verranno resi pubblici dal FAI entro Marzo 2017. Al primo classificato Intesa Sanpaolo stanzierà 50.000 € (40mila al secondo e 30mila al terzo). Per segnalare c’è tempo sino al 30 novembre. Diamo intanto uno sguardo alla classifica parziale: alle 09:00 di ieri, con 3456 segnalazioni un bene di casa risultava posizionato al quarto posto. Parliamo del Ponte Romano sull’Ofanto, anticamente collocato sul tracciato della via Traiana. Quali le ragioni di tanto ‘successo’? Questa imponente struttura a schiena d’asino, articolata in cinque arcate a tutto sesto sorrette da pilastri terminanti a cuspide e vecchio di quasi duemila anni, versa in condizioni di preoccupante degrado. Erbacce e rifiuti accolgono il turista da entrambi gli accessi, che sono ostruiti da orribili cubi di cemento ; sarebbe invece il caso di impedire l’accesso agli automezzi con muretti a secco. Non bastasse questa doppia discarica, vandali hanno imbrattato con lo spray tutto l’incamminamento della storica struttura. L’area è priva di cartelli esplicativi, non è illuminata, non c’è neanche un impianto di videosorveglianza. L’ultimo intervento, che risale ad alcuni anni, ha solo liberato il ponte dall’aggressione della vegetazione. Bisognerebbe fare di più. Una questione di soldi? Più una questione di competenze. Perché relativamente a quel ponte le responsabilità sono frammentate fra più Enti. Collegando due territori di confine come il comune di Canosa e quello di Cerignola, l’antico ponte romano è ‘conteso’ fra Provincia di Foggia e BAT. E voce in capitolo hanno anche il Ministero dei Beni Culturali e l’Autorità del Bacino dell’Ofanto. Sulla carta un vantaggio, di fatto un ostacolo. Il continuo scaricabarile istituzionale ha prodotto l’attuale stato delle cose.

Italo Interesse


Pubblicato il 23 Luglio 2016

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