Cronaca

‘Pomovero’: la passata solidale che dice ‘No’ al caporalato

E’ di nuovo tempo di ‘Pomovero’, la passata di pomodoro solidale, sostenibile e libera dal caporalato realizzata e distribuita da una rete di associazioni del Foggiano (con la cooperativa sociale ‘Pietra di Scarto’ di Cerignola) e del Barese. Nata dal progetto ‘Kilometro Vero’, finanziato dalla Regione Puglia, questa esperienza di passata collettiva è al suo quarto anno, con una produzione che in questa nuova stagione arriverà a toccare le 20.000 bottiglie, a sottolineare il grande successo ottenuto. Recupero dei beni confiscati alla mafia, lotta allo spreco, contrasto allo sfruttamento lavorativo, agricoltura biologica e sociale, inserimento lavorativo di persone in situazione di fragilità sono gli ingredienti fondamentali di questo prodotto che, nel tempo, ha saputo raccontare al territorio un modo differente di coltivare il pomodoro. A partire da oggi sarà possibile prenotare direttamente la propria passata visitando il sito www.pomovero.it. “Anche quest’anno, attraverso la coltivazione delle nostre piantine, vogliamo evidenziare come l’agricoltura sociale e sostenibile possa essere una risposta a problematiche che ormai rappresentano tragicamente una tipicità dei nostri territori, come lo sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente”, affermano gli organizzatori. “Da anni, con l’inizio dell’estate, ci ritroviamo a sentir parlare di emergenza caporalato, di ghetti, di morti a causa della fatica o per mano dei propri aguzzini. Con l’introduzione della legge 199 si è fatto un passo avanti importante, ma il mercato continua a ‘stritolare’ i produttori con prezzi da fame; e questi a loro volta si appoggiano al sistema dei caporali per recuperare economie a danno di chi – sfruttato – si troverà con qualche euro alla fine di una giornata di lavoro massacrante durata tra le 10 e le 12 ore. Tutto questo non è accettabile!”, continuano. “Acquistando Pomovero si sostiene una filiera autodeterminata che parla direttamente ai consumatori ed evidenzia la necessità di ripensare l’agricoltura, allontanandosi dal margine a tutti i costi a discapito di qualcuno e mettendo al centro l’ambiente e le persone”.

 


Pubblicato il 9 Giugno 2020

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