Policlinico di Foggia, nuove misure per la tutela della sicurezza
Pasqualone: “Lavoriamo con pochi medici”. Lo Muzio: “Fermare escalation”
“Se continuiamo così finiremo per chiudere il Pronto Soccorso di Foggia perché rimarremo senza medici e personale sanitario. Il mio appello è rispettare il lavoro dei nostri operatori che sono bravi, non lo dico io ma i dati, il Policlinico di Foggia è posizionato fra i migliori di Italia. Al Pronto Soccorso si lavora in condizioni estremamente difficili, l’organico dei medici è la metà, non riusciamo a recuperare personale dalle varie procedure concorsuali; continuiamo a fare turni massacranti”.
Lo ha dichiarato il direttore generale del Policlinico di Foggia Giuseppe Pasqualone dopo le aggressioni al personale sanitario. All’incontro con la stampa tenuto ieri hanno partecipato anche il rettore dell’Università di Foggia, Lorenzo Lo Muzio, il Prorettore Donatella Curtotti, il direttore sanitario Leonardo Miscio e il direttore amministrativo Elisabetta Esposito.
“Quello delle aggressioni agli operatori sanitari – ha sottolineato Pasqualone – è un fenomeno che è diffuso in tutta Italia, anche se negli ultimi giorni a Foggia abbiamo assistito a più episodi. Stiamo razionalizzando e potenziando il servizio di vigilanza del Pronto soccorso con due nuove unità per turno rispetto alle cinque attuali. E poi abbiamo accolto la proposta dell’Università di individuare un manager della sicurezza, una figura professionale presente nei grandi luoghi di affluenza come aeroporti e stazioni ferroviarie, che possa facilitare l’introduzione di un nuovo modello gestionale di security a tutela di tutto il personale e dei cittadini”.
Circa il caso del decesso della ragazza, morta in sala operatoria, “ci sono approfondimenti della magistratura e anche nostri”. Sia Pasqualone che Lo Muzio hanno espresso il loro cordoglio e vicinanza alla famiglia della giovane di 22 anni prematuramente scomparsa. “Si tratta di una vicenda molto triste che ha colpito profondamente tutti noi- ha detto il rettore-. Al contempo, tuttavia, desidero esprimere la mia personale vicinanza e solidarietà al personale sanitario che, a seguito di tale episodio, ha subito una violenta aggressione. La violenza non può e non deve essere giustificata o tollerata in nessun contesto, tanto meno in ambito sanitario dove medici, infermieri e operatori sociosanitari lavorano quotidianamente con professionalità e dedizione per la cura e il benessere dei pazienti. L’escalation di atti di violenza nei confronti del personale sanitario deve essere fermata perché rischia di compromettere il futuro del sistema sanitario che potrebbe entrare in una crisi profonda senza ritorno. Certamente l’adozione di nuove misure di sicurezza è urgente e non può essere rinviata, ma sono convinto sia necessario agire anche su un altro piano, ovvero recuperare il rapporto di fiducia tra medico, paziente e cittadini. Un rapporto che è evidente oggi risulta compromesso e bisognoso di attenzione anche da parte dell’Istituzione Universitaria chiamata a formare i futuri medici. A tal proposito rivolgo, in questa occasione, un pensiero particolare ai nostri giovani medici specializzandi a cui va il mio personale ringraziamento per l’impegno e il coraggio che dimostrano costantemente assicurando un supporto necessario e fondamentale nei reparti ospedalieri. La nostra Comunità rinnova l’impegno a sostenere e proteggere i medici specializzandi e tutto il personale sanitario affinché possano svolgere il loro prezioso lavoro con serenità e senza timori”.
Paola Lucino
Pubblicato il 11 Settembre 2024