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Pmi, aumentano i divari con l’Europa e tra Nord e Sud

E' quanto emerge dal focus territoriale Mezzogiorno-Puglia del Rapporto Regionale PMI 2022 realizzato da Confindustria

La Puglia ha fatto registrare nel 2021 un valore di prodotto interno lordo pro-capite nominale pari a 19,9 mila euro. E’ uno dei dati Eurostat presentati oggi a Bari nel corso del focus territoriale Mezzogiorno-Puglia del Rapporto Regionale Piccole e medie imprese 2022 e realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Unicredit. Si tratta di un approfondimento sulla performance delle pmi pugliesi e del Mezzogiorno che ha l’obiettivo di stimolare un confronto con i vari soggetti pubblici e privati interessati, circa le proposte di politica economica.

Il Rapporto regionale Pmi 2022 analizza gli andamenti e le prospettive delle 160 mila società italiane che, impiegando tra 10 e 249 addetti e con un giro d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro, rientrano nella definizione europea di piccola e media impresa e generano un valore aggiunto complessivo pari a 204 miliardi di euro. Lo studio tiene conto del perdurare del conflitto russo-ucraino e della persistenza dei rincari sul mercato delle materie prime.

Nell’evento che si è tenuto a Bari, realizzato in collaborazione con Confindustria Puglia, è emerso come la tendenza in atto sia un aumento dei divari tra Mezzogiorno e resto del Paese, cui sembra aggiungersi una nuova divergenza tra Italia e resto d’Europa. L’indicatore più importante che evidenzia questa doppia divergenza è il pil pro capite (dati Eurostat, confronto 2008 – 2021, valori nominali). L’Italia, nonostante nel periodo considerato veda crescere i valori di questo indicatore, sperimenta un impoverimento relativo rispetto agli altri paesi europei, tanto da raggiungere nel
2021 valori inferiori alla media europea. Eurostat calcola per il 2021 un pil pro-capite per l’Italia di 30.100 euro, inferiore al valore medio europeo (32.400 euro). Divergenze importanti e crescenti persistono tra le macroaree: 37,3mila euro nel Nord-Ovest, 35,8mila euro nel Nord-Est, 31,1mila euro al Centro, 20,2mila euro al Sud e 19,3mila nelle Isole. La Puglia fa registrare un valore pari a 19,9 mila euro.

“La politica di coesione – spiega Confindustria – costituisce uno degli argini a questa doppia deriva, anche se purtroppo sembra essere meno efficace del suo potenziale. Ma è dall’utilizzo efficiente ed efficace delle risorse della coesione che passa molto del futuro dei nostri territori”. Tra politica di coesione europea e nazionale, per il periodo di programmazione 2014 – 2020, l’Italia ha potuto contare su 126 miliardi di euro. Di questi solo il 59% è stato impegnato, mentre le spese rendicontate ammontano a 43 miliardi, il 34%. Per i prossimi anni le principali risorse disponibili per gli investimenti saranno proprio quelle europee: Pnrr e Coesione, che “dovranno essere progettate e implementate in maniera sinergica – sostiene Confindustria – preservando però allo stesso tempo le allocazioni territoriali stabilite”.


Pubblicato il 26 Aprile 2023

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