Cronaca

Più di 33mila i ricorsi ancora pendenti nelle commissioni tributarie provinciali della Puglia

Non si arresta, anzi cresce il contenzioso tributario in Puglia e la macchina giudiziaria continua ad ingolfarsi sempre più. E’ quanto emerge dalla seconda indagine sul contenzioso tributario, condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia. In particolare, nella commissione provinciale di Bari risultano pendenti 6.513 ricorsi, in quella di Brindisi 1.954, in quella di Foggia 8.455, in quella di Lecce 11.112 e in quella di Taranto 5.411. Per un totale di 33.445 istanze. Più altre 9.285 in commissione regionale. Guardando all’ente impositore, ben 15.428 contestazioni (pari al 46,1 per cento) riguardano l’Agenzia delle entrate, 5.828 (pari al 17,4 per cento) quelle avviate contro l’Agenzia del territorio, 235 (0,7 per cento) contro l’Agenzia delle dogane e monopoli, 3.417 (10,2 per cento) contro Equitalia, 6.076 (18,2) contro Enti locali e 2.461 (7,4 per cento) contro altri enti. Nel corso del 2013, nelle commissioni provinciali della Puglia, sono stati definiti 17.020 ricorsi. Solo nel nove per cento dei casi (1.542 sentenze), l’esito è stato favorevole all’ufficio. Le istanze dei contribuenti, invece, sono state accolte nel 39,3 per cento dei casi (6.698 controversie). Un giudizio intermedio è stato emesso per 5.986 ricorsi (pari al 35,2 per cento). Irrilevanti le conciliazioni (0,4 per cento), mentre gli «altri esiti», come il condono, sono stati pronunciati 2.740 volte (16,1 per cento). A Bari ci vogliono più di 512 giorni per definire un ricorso. A Brindisi 640, a Foggia 972, a Lecce 794 e a Taranto 1.602. In quest’ultimo caso, dunque, occorrono oltre quattro anni. Un ricorso, infatti, può essere discusso in una o più udienze. «I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano la situazione drammatica del sistema giudiziario italiano, con la giustizia, specie quella civile, sempre più in difficoltà. Non fanno eccezione – aggiunge – i procedimenti dinanzi alle Commissioni tributarie che, proprio per la loro natura di giudice speciale, dovrebbero astrattamente assicurare tempi piuttosto contenuti. Al contrario, nonostante una leggera deflazione delle controversie, la loro durata media continua a crescere sino a toccare picchi intollerabili. Detto questo, quello che più colpisce – prosegue il presidente – sono i numeri relativi agli esiti dei ricorsi, che vedono nella maggioranza dei casi un giudizio favorevole ai contribuenti o tutt’al più compensativo. Evidentemente siamo dinanzi ad un rilevante margine d’errore nell’applicazione della normativa fiscale che, al di là dell’eventuale soddisfazione in sede giudiziaria, cagiona comunque costi elevatissimi per i contribuenti ed in particolare per le piccole e medie imprese e per le imprese artigiane, già gravate da una pressione fiscale insostenibile. E’ più che mai necessario – sottolinea – ricalibrare il sistema fiscale italiano nell’ottica della semplificazione e della comprensibilità. Solo con leggi a misura d’impresa e di cittadino – conclude Sgherza – i contribuenti potranno cessare di considerare il fisco come una minaccia da cui doversi difendere»». Riguardo al contenzioso in Commissione tributaria regionale, i ricorsi pendenti sono 9.285. Nel corso del 2013 ne sono pervenuti 3.688 e ne sono stati definiti 4.414, per un saldo negativo di 726 «pratiche in meno» (pari a un tasso negativo del 7,3 per cento).


Pubblicato il 20 Giugno 2014

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