Cronaca

Pietramontecorvino, quando l’identità produce futuro

Percorrendo la strada provinciale 5, da Lucera a Pietramontecorvino, giunti alla Torretta, più o meno all’altezza dell’incrocio con la bretella che porta alla statale 17, si gode di un paesaggio emblematico di quello che la Capitanata potrebbe diventare, se imboccasse seriamente la strada dello sviluppo compatibile.  A destra, sui campi di grano si ergono le torri di un notevole parco eolico. Soltanto un centinaio di metri più avanti, sulla sinistra, il pozzo metanifero, recentemente aperto, che alimenta la centrale a turbo gas di San Severo. Sullo sfondo s’innalza la Terravecchia di Pietramontecorvino con il suo splendido Castello ducale, da poco restaurato. Qui ti avvedi della ricchezza della nostra terra. La scopri proprio qui, non nel Tavoliere industrializzato, ma tra queste colline che fino a qualche anno fa venivano additate come la palla di piombo al piede dello sviluppo della pianura, e che invece oggi additano la possibilità di un futuro diverso. Per l’intera provincia di Foggia e oltre: per la Puglia, forse per tutto il Mezzogiorno che dovrebbe imparare a trovare dentro se stesso, dentro quella straordinaria risorsa che è il territorio, le ragioni per una nuova stagione di crescita e di progresso. Non è un caso che proprio da Pietramontecorvino cominci questo mio viaggio alla ricerca della Capitanata migliore, quella poco o nulla raccontata da giornali e televisioni, troppo presi ad inseguire il precario presente delle aree metropolitane. Un viaggio da fare con il cuore e con la memoria, alla scoperta di quel nuovo e di quel possibile che ti passa sotto gli occhi cento volte, e ti scivola addosso. Colpevolmente dimenticato e sottovalutato, come questo pezzo insospettato di Capitanata e di Subappennino che mi sorprende. Come se l’avessi visto per la prima volta. Continua sull’edizione cartacea del Quotidiano di Foggia. Nelle edicole di Foggia e provincia


Pubblicato il 11 Settembre 2010

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