Primo Piano

Piano di Sviluppo Rurale: sbriciolato a suon di sentenze?

“Bisogna fare i complimenti alla Giunta retta da Michele Emiliano per aver fatto il botto di fallimenti: con il rinvio a dicembre della discussione nel merito dei ricorsi presentati per il Piano di sviluppo rurale contro la Regione, il governo pugliese ne uscirà molto, molto male. E’ la conferma di un sistema privo di logica con cui venivano accettate le domande per le misure previste dal Piano di Sviluppo Rurale. Un sistema che ha prodotto frutti a dir poco ‘sconvenienti’. Ciò significa che l’assessore regionale all’Agricoltura Di Gioia e la intera Giunta pugliese avrebbero dovuto attivarsi molto prima, eliminando l’indice di efficienza degli investimenti dai bandi e scongiurando il pericolo di domande trasmesse su presupposti non veritieri”, attacca tutto d’un fiato il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, lo stesso che da mesi sta ‘randellando’ pesantemente un piano di finanziamento del settore agricolo che avrebbe dovuto rilanciare l’intera filiera. Invece siamo a fine 2018, al Tribunale amministrativo regionale di piazza Massari si avvierà la discussione nel merito a dicembre e la programmazione per gli investimenti agricoli è per il 2014/2020. Considerando che l’avanzamento della spesa è bassissimo perché sono stati capaci di collezionare già ritardi su ritardi, si rischia con ogni probabilità di perdere decine di milioni di euro destinati alla crescita, al sostegno e allo sviluppo del comparto agricolo”. E così, rieccoci arrivati oramai a ottobre a rincorrere l’attuazione anche parziale del “Psr-Puglia”, visto che il Programma di sviluppo rurale pugliese 2014-2020 della Rete Rurale Nazionale italiana è stato adottato dalla Commissione Europea quando s’era ancora a maggio 2015. E fino ad oggi, secondo il ‘report trimestrale’ sullo stato di avanzamento della spesa pubblica aggiornato al 31 dicembre scorso, la Regione Puglia è accreditata di un avanzamento di appena il 9,64%, al di sotto sia della media nazionale sia di quella delle regioni in difficoltà. Tuttavia già nel corso del 2017 si erano manifestate le prime problematiche, con difficoltà moltiplicatesi a dismisura in capo alle aziende cui è stato concesso (in seguito a un’istruttoria molto spesso farsesca…) di accedere alle graduatorie. Una situazione che ha portato una pioggia di ricorsi dinanzi al Tribunale amministrativo regionale (Tar) che potrebbero portare all’annullamento dei bandi, come ha osservato lo stesso Marmo. Per tutte queste ragioni, ma anche tante altre, sono piovute interrogazioni alla Commissione chiedendo che verificare le cause del ritardo nell’avanzamento della spesa della Regione Puglia, specificando quali misure s’intendesse adottare per garantire l’accelerazione di spesa. Ma per raccontare il fallimento annunciato del Piano di Sviluppo Rurale pugliese basta risalire a un anno fa preciso, quando aumentava l’esasperazione per la situazione riguardante il Piano, sempre quello targato 2014-2020. E infatti i bandi riguardanti il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole e al Pacchetto Giovani erano stati pubblicati esattamente un anno prima, precisamente a luglio 2016, ma ancora non si riusciva a concludere l’iter di presentazione delle domande. Questo perché lo strumento informatico pensato dalla Regione Puglia per velocizzare la procedura di istruttoria, non era funzionante. Disagi e ritardi che hanno finito ovviamente per danneggiare irrimediabilmente agricoltori e imprese, già abbastanza vessate dai drammatici ritardi con cui è partito il Psr 2014-2020. E adesso potrebbero pensarci i verdetti dei giudici amministrativi a infliggere il colpo di grazia a progetti, piani e finanziamenti, ma dovranno passare altri tre mesi di inutile attesa.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 28 Settembre 2018

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