Cultura e Spettacoli

Pelagosa Grande, ‘prolunga’ garganica

Geologicamente, le Tremiti sono intese come una prosecuzione del Gargano. Tale prosecuzione, però, non si esaurisce nell’affioramento di Pianosa, l’isola più lontana di quell’arcipelago. A una ventina di miglia nautiche da Pianosa, sulla direttrice Tremiti-Lagosta, quasi al centro dell’Adriatico si incontra Pelagosa Grande, un isolotto che si erge per 103 metri e si estende per meno di mezzo chilometro quadrato e così battezzato per distinguerlo da Pelagosa Piccola, che con altri scogli completa l’omonimo arcipelago. Facendo parte della nostra piattaforma continentale, l’arcipelago di Pelagosa è geograficamente italiano. Politicamente, invece, fa parte della Repubblica di Croazia. Tuttavia, dati i buoni rapporti col governo croato, è tollerato che in nostri pescherecci gettino le reti in quelle acque. Per la sua relativa inaccessibilità l’arcipelago di Pelagosa è un piccolo paradiso terrestre. L’unica struttura antropica, presente su Pelagosa Grande, è il complesso architettonico del faro, funzionante dal 1877 e comprensivo di un osservatorio meteorologico, una cappelletta riservata al culto di San Michele e due piccoli fabbricati riservati ai turisti (per prenotazioni rivolgersi all’Ente Nazionale croato del turismo). A parte i tre guardiani a presidio del faro, non si registrano altri insediamenti stabili. Pelagosa Grande però è stata abitata fin dal paleolitico, come attestano tumuli e tombe. A meno di immaginare sprofondate lingue di terra che collegavano le Pelagosa alle Tremiti e quest’ultime al Gargano, c’è di che stupirsi dinanzi al coraggio e alla perizia dei nostri progenitori nello sfidare il mare. A parte questi insediamenti preistorici, a Pelagosa Grande soggiornarono anche Greci e Romani ; questi ultimi vi eressero un tempietto. Caduta Roma, il nostro arcipelago finì con l’essere snobbato da tutti. Solo nel 1843 il governo borbonico manifestò interesse verso Pelagosa Grande, dove provò a trapiantare una colonia di pescatori di Ischia. Con l’avvento del Regno d’Italia, l’incuria e l’inefficienza delle nuove istituzioni provocò il rientro degli ischitani. Ne approfittarono gli Austriaci che, complice il disinteresse mostrato da Roma verso questo arcipelago, presero possesso di Pelagosa, dove vi eressero il noto faro. Riconquistata dall’Italia all’inizio della Grande Guerra, l’isola vide arrivare un’altra colonia di pescatori (questa volta venivano dalle Tremiti). Per l’occasione il governo italiano corredò il faro delle altre strutture di cui si è detto. Al termine della seconda guerra mondiale il passaggio di Pelagosa alla Jugoslavia determinò il rientro della colonia tremitese.

Italo Interesse


Pubblicato il 20 Luglio 2017

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