È arrivato in punta di piedi, si è insediato da ieri il city manager Mario Pazzaglia a cui è affidato il destino di Foggia, attraverso il gravoso compito di organizzare e monitorare un piano finanziario di rientro. Servono settanta milioni di euro per colmare le casse comunali e scongiurare il dissesto finanziario di una intera città. Nonostante le buone intenzioni garantite dal sindaco, cioè di dotarsi di un direttore generale al pari dell’amministrazione provinciale, la scelta non ha entusiasmato il gruppo di opposizione. Di certo non è stato applaudito al suo arrivo, negli ultimi due consigli comunali avevano scongiurato l’ipotesi certa dell’arrivo di un altro consulente esterno, specificando le competenze e la preparazione sia della tecnostruttura che dei dirigenti. Prima ancora di vederlo all’opera, il consigliere Longo già lo ha relegato nella lista, sempre aggiornata, dei fallimenti comunali: “Tra Raphael Rossi e l’aumento dell’Imu. Dal decreto sindacale è qui già dal 5 Novembre, materialmente è arrivato giovedì, l’ho accolto protestando naturalmente”. L’opposizione si sta mobilitando in queste ore per elaborare un documento da esporre al Prefetto su eventuali irregolarità nella procedura, inoltre chiederanno al sindaco spiegazioni sul portafoglio del Comune che si prosciuga quando bisogna giustificare l’aumento dell’Imu e diventa “a fisarmonica” quando c’è da pagare un altro city manager. Per il capogruppo del Pdl, Ciccio D’Emilio, continuano a non tornare i conti, gli stessi esposti il 30 Ottobre davanti la maggioranza e la giunta riunite: “Ci sono fitti passivi che hanno costi importanti, potremmo accorpare i servizi negli uffici, alcuni vuoti, di via Gramsci, poi c’è il fitto di via Nardella che costa 15 mila euro al mese e una depositeria comunale in via Telesforo abbandonata. Se aggiungiamo le cifre da urlo di dirigenti e tecnostruttura, le consulenze d’oro arriviamo ad accumulare una cifra importante, pari a quel fastidioso aumento”.
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Pubblicato il 17 Novembre 2012
