Cronaca

Pane e pasta: costi in salita, ma senza cedere alla concorrenza del grano estero

Le associazioni di categoria tengono alta l'attenzione su costi e prodotti di primaria necessità

Continua senza sosta anche in Puglia la corsa al rialzo-prezzi di pane e pasta, mentre il grano duro per produrli viene pagato a circa 34 centesimi al chilo, un valore che non copre neppure i costi di produzione, inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, col prezzo della pasta che è aumentato il doppio dell’inflazione. È quanto afferma Coldiretti/Puglia, su base rilevata a maggio condotta dall’Istituto Pugliese per il Consumo e che registra i prezzi medi di euro 3,55 al chilo per il pane di grano duro contro 3,47 al kg del mese precedente e 1,57 al chilo per la pasta di grano di duro, contro euro 1,51 al kg di aprile 2023. Tirando le prime somme, sembra proprio necessario adeguare da subito le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione nazionale in un momento difficile per economia e occupazione. Non è accettabile che di fronte all’aumento del 18% del prezzo della pasta al consumo rilevato dall’Istat nell’ultimo anno, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato agli agricoltori. La pasta – continua Coldiretti – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua è non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori. Dunque, manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano dal Canada dove il grano viene coltivato secondo standard non consentiti in Europa per uso del “glifosate” nella fase di pre-raccolta. Una concorrenza sleale nei confronti dei nostri agricoltori, ma anche forti dubbi per la salute di cittadini/consumatori che possono difendersi scegliendo le confezioni con prodotto 100% italiano. Ora più che mai sembra proprio necessario lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali atti a garantire prezzi equi ed una più equa distribuzione del valore, a tutela dei consumatori ma anche degli agricoltori contro le pratiche sleali. Il caro prezzi ha tagliato del 4,7% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023, costringendo però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica, nel primo trimestre del 2023, secondo su dati Istat. Le superfici seminate – conclude Coldiretti Puglia – potrebbero raddoppiare con la produzione di grano che deve puntare sull’aggregazione, sostenuta da servizi adeguati e tendere a una sempre più alta qualità, scommettendo solo e sempre su varietà pregiate, riconosciute a livello mondiale. (andelu)


Pubblicato il 31 Maggio 2023

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