Omicidio a Vieste, spara al cognato in barca e lo butta a mare
I Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano hanno arrestato Riccardo Bramante, 37 anni di Vieste, poiché gravemente indiziato di aver ucciso con un fucile da caccia Antonio Di Mauro, 39 anni di Vieste, e di averne occultato il cadavere, gettandolo in mare aperto.
Poco dopo le 10 di giovedì scorso, un giovane pescatore si presentava presso la Tenenza di Vieste e raccontava ai Carabinieri di essere stato testimone di un omicidio. Il giovane, impaurito e in forte stato di agitazione, riferiva che qualche ora prima, mentre si trovava a pesca al largo di Vieste insieme all’amico Antonio Di Mauro, si avvicinava a loro un’altra imbarcazione con a bordo un uomo conosciuto per Riccardo Bramante, che, dopo avergli chiesto informazioni sulle sue reti, si allontanava, ritornando dopo circa mezz’ora.
La seconda volta l’uomo si accostava alla loro imbarcazione, legava con una corda le due barche ed impugnava un fucile da caccia nascosto nella barca e, dopo aver intimato al testimone di abbassarsi, esplodeva un colpo che colpiva il Di Mauro al torace. Quest’ultimo cadeva esanime sul fondo della barca. A questo punto il Bramante gli ordinava di gettare in mare il cadavere e al suo rifiuto, l’uomo saliva sulla sua imbarcazione e buttava lui stesso in mare il corpo del Di Mauro, allontanandosi subito dopo.
Ricevuta la denuncia dell’accaduto, i Carabinieri si mettevano innanzitutto alla ricerca del Bramante, che veniva trovato poco dopo in un bar del centro di Vieste. Contestualmente iniziavano le attività d’indagine per riscontrare la veridicità del racconto e quindi le ricerche in mare del corpo del Di Mauro, che dai primi accertamenti non risultava effettivamente che avesse fatto rientro dalla pesca.
I Carabinieri procedevano ad un’ispezione dell’imbarcazione del pescatore ucciso e trovavano ben visibile una pozza di liquido che le analisi speditive effettuate dalla sezione investigazioni scientifiche riscontravano essere sangue, mentre celato nelle reti da pesca dell’imbarcazione del Bramante era occultato il fucile da caccia calibro 12, le cui caratteristiche estetiche corrispondevano a quelle descritte dal testimone dell’omicidio. Ulteriori testimonianze riscontravano le circostanze di tempo e di luogo in cui si consumava il reato, confermando l’attendibilità della denuncia. Bramante veniva, pertanto, dichiarato in stato di arresto ed associato alla Casa Circondariale di Foggia.
Interrogato dal Pubblico Ministero si è avvalso della facoltà di non rispondere. Continuano,intanto, le indagini per chiarire il movente dell’omicidio e le ricerche per recuperare il cadavere.
Pubblicato il 18 Ottobre 2014