Cultura e Spettacoli

Omaggio a Bach del duo Bahrami-Rea al teatro Giordano

E’ intitolato “In Bach”, lo straordinario concerto-omaggio che due tra i migliori pianisti italiani di livello internazionale, Ramin Bahrami e Danilo Rea, dedicheranno venerdì 8 aprile, alle 21, nel Teatro “Giordano” di Foggia all’imponente eredità musicale di Johann Sebastian Bach. Un viaggio musicale “a quattro mani”, in cui la musica classica di Bahrami si sposa con le incursioni di Danilo Rea che, grazie alla sua grande versatilità e apertura musicale, si conferma uno dei più importanti pianisti jazz italiani, capace di spaziare anche nelle grandi composizioni del passato. Con la musica di Bach si può costruire un ponte tra mondi ed epoche diverse ma conciliabili. Nel progetto dei due pianisti lettura e improvvisazione si incrociano in modo equilibrato, con la necessaria libertà, ma senza snaturare lo spirito della musica di Bach. Pochi artisti come Bahrami e Rea avrebbero potuto legittimamente varare una impresa simile. Bahrami è un grande specialista di Bach (per la Decca ha inciso soltanto dischi con sue composizioni ed ha addirittura scritto un libro che si intitola Come Bach mi ha salvato la vita, edito da Mondadori) e Rea ama compiere viaggi suggestivi nel repertorio classico: uno dei suoi progetti più riusciti, tante volte eseguito in concerto e registrato per Egea, si intitola “Lirico” e contiene pagine, ovviamente rivisitate, di Puccini, Mascagni, Bizet.«Un vero amore inseguito per molti anni -spiega Danilo Rea-. Un amore passato dai piano solo dedicati alle grandi arie liriche, ai concerti per piano ed orchestra, aggiungendo l’improvvisazione a ciò che i grandi compositori avevano scritto. Un sogno di libertà interpretativa che trova coronamento in questo duo dedicato all’arte del grande Bach, fonte inesauribile di ispirazione per la musica che è stata e di quella che sarà. E grazie a Ramin e alla fiducia reciproca troveremo nuovi incanti».“In Bach” vuole dare nuova linfa e vitalità anche ad un repertorio di dubbia attribuzione. «Negli anni successivi alla sua scomparsa -racconta Ramin Bahrami-, della musica bachiana si persero quasi completamente le tracce. Ecco perché i brani che entrano a far parte di questo progetto sono stati per lungo tempo oggetto di studi filologici da parte del Bach-Archiv di Lipsia (che li possiede tutt’ora), ma la complessità polifonica non lascia più dubbi sull’attribuzione di questi brani a Bach. Brani meno eseguiti di tante altre opere, ma ricchi di spiritualità. Considerando l’estetica, la struttura e lo spirito, non possono non essere che del genio tedesco».


Pubblicato il 1 Aprile 2016

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