Cultura e Spettacoli

‘Nostra Signora dei Turchi’, colata di uova marce sullo schermo

La storia del cinema è ricca di pellicole contestate e al centro di querelle clamorose. Fu il caso, questo, di un film girato in Puglia e diretto da uno dei più talentosi figli della nostra terra : Carmelo Bene. ‘Nostra Signora dei Turchi’ fu girato nel 1968. Inizialmente della durata di 160’, fu poi ridotto a 125’ per essere proposto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia di quell’anno.  E lì cominciarono i guai perché il film spaccò in due gli addetti ai lavori. Bene aveva dalla sua la crema dell’intellighenzia, rappresentata da Oreste del Buono, Leo De Berardinis, Cosimo Cinieri, Lello Bersani ed altri. Il primo fra i detrattori era Carlo Mazzarella, in quel momento a Venezia in veste di inviato RAI. Mazzarella, che non era un critico ma un telecronista ‘mondano’, osò stroncare in diretta l’opera di Bene. Il giorno dopo l’artista salentino affrontò Mazzarella nella hall del suo albergo e gli appioppò due sonori ceffoni (la cosa ebbe un seguito in tribunale). La rabbia di Bene era giustificata dal timore che quella critica negativa e di vastissima eco potesse pregiudicargli l’assegnazione del Leone d’oro. E l’assegnazione era legata ad un premio in denaro, di cui Bene aveva necessità dovendo fronteggiare i debiti contratti per girare il lungometraggio. Invece quel premio venne assegnato per ragioni politiche a Alexander Kluge, autore del deludente ‘Artisti sotto la tenda del circo’. Quando Bene (a cui venne assegnato il Leone d’argento) seppe questo andò fuori di sé. Si presentò in Questura chiedendo d’essere arrestato avendo intenzione di ammazzare il ministro dello spettacolo, che allora era Franco Evangelisti… Ancora inviperito contro Mattarella, Bene si rifiutò categoricamente di parlare con la stampa italiana. Terminata la passerella veneziana, ‘Nostra Signora dei Turchi’ approdò nelle sale. Ricominciarono in guai e in misura anche maggiore. Accolto assai benevolmente in Francia, il film suscitò in Italia reazioni inaudite. Racconta lo stesso Bene nella sua autobiografia : “All’inaugurazione, al cinema Gioiello a Torino, me ne stavo acquattato in balconata, nello spettacolo del pomeriggio. Da sotto ululavano e bestemmiavano.. La maggioranza tagliava la corda prima delle fine, inviperita. Andarono a fuoco ottanta poltrone in velluto, sabotaggio dei dissenzienti. Sgattaiolai da un’uscita secondaria per non essere linciato. Ventavoli, il proprietario del cinema, rimborsò a tutti il costo del biglietto, la polizia era all’esterno allertata dal pandemonio. A Bari andò anche peggio. Veri e propri bollettini di guerra, poltrone squartate con i coltelli, colata di uova marce sullo schermo”. Questa accoglienza feroce decretò il ritiro della pellicola dalle sale di maggior richiamo ; la proiezione venne così riservata alle sale d’essai.

Italo Interesse


Pubblicato il 29 Giugno 2018

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