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Non c’è pace per la giunta: dopo Lopalco lascia anche Bray

Se il buon giorno si vede dalla mattina, la legislatura iniziata appena un anno fa alla Regione Puglia potrebbe non essere affatto tranquilla non soltanto per la composizione del Consiglio, che – come si ricorderà – ha fatto registrare una serie di ricorsi per l’assegnazione dei seggi e, come è noto, per alcuni dei quali si aspetta ancora la conclusione definitiva, ma anche per la composizione dell’esecutivo guidato dal presidente Michele Emiliano il quadro è tutt’altro che sereno. Infatti, a distanza di appena un anno dall’insediamento della giunta nominata dopo le regionali del 20 e 21 settembre 2020, il governatore Emiliano si trova già con due posti da riassegnare. Vale a dire quello alla Sanità, per il quale era stato preannunciato già prima del voto, in caso di vittoria, il nome di Pierluigi Lopalco che, come è ormai noto, si è dimesso agli inizi della scorsa settimana e, da ultimo, è stata preannunciata l’uscita dall’esecutivo dell’assessore alla Cultura e Turismo, Massimo Bray. Insomma, prescindendo dalle rispettive motivazioni delle dimissioni, il governatore Emiliano appena 12 mesi dopo l’insediamento dell’esecutivo del suo secondo mandato alla guida della Regione Puglia, è alle prese (piaccia o non piaccia!) con un mini rimpasto di giunta. Un rimpasto che all’orizzonte potrebbe non presentare grossi problemi per il governatore, se ad essere rimpiazzati dovessero essere soltanto Lopalco e Bray. Ma in realtà il quadro politico dell’esecutivo regionale potrebbe presentare altre sorprese non piacevoli per Emiliano, poiché almeno altri due assessori, Gianni Stea al Personale e Anna Grazia Maraschio all’Urbanistica ed Ambiente, sono attualmente a rischio. Infatti, Stea è alle prese con un ricorso per una sua presunta incompatibilità come consigliere ed assessore regionale, partito dall’interno della sua stessa formazione civica, e Maraschio che da assessore esterna è già incappata nella bocciatura da parte del Consiglio, e quindi anche dalla maggioranza politica che avrebbe dovuto sostenerla, nella sua proposta di diniego al rinnovo del Piano casa. Ed un altro scoglio su cui potrebbe andare a sbattere l’assessore Maraschio potrebbe essere quello del nuovo Piano per i rifiuti da lei proposto che, in commissione ha già fatto registrare alcuni mal di pancia soprattutto da parte di qualche importante associazione di categoria, ascoltata come soggetto in rappresentanza delle imprese private interessate alla gestione dei rifiuti nella nostra regione. Ed una seconda bocciatura, per l’assessore Maraschio, in un breve lasso temporale, potrebbe esserle addirittura fatale, perché potrebbe costringerla a dimettersi, onde evitare scossoni interni imprevedibili alla maggioranza o possibili ripicche in Consiglio contro il governatore, da parte di qualche gruppetto di scontenti presenti nelle fila del centrosinistra. Soprattutto dopo che, a fine mese, entreranno (come stabilito dal Tar- Puglia) due esponenti dell’opposizione di centrodestra a scapito di due del centrosinistra. Quindi, oltre all’abbandono già avvenuto dell’assessore alla Sanita, professor Lopalco, e di quello prossimo e certo dell’assessore alla Cultura e Turismo, professor Bray, sarebbero già a rischio le poltrone di altri due assessori, Stea e Maraschio, che sommate alle due uscite praticamente già conclamate rappresentano quattro esponenti su dieci della nuova giunta regionale nominata dal riconfermato governatore, a novembre del 2020. Comunque un grattacapo non da poco per Emiliano, che si vede già costretto ad individuare in tempi brevi i due nomi che devono sostituire Lopalco e Bray.  Se poi si dovessero aggiungere anche altri due da indicare al posto di Stea e Maraschio, allora il puzzle della nuova giunta nominata lo scorso anno dovrebbe essere rinnovato quasi per metà. In definitiva, Emiliano dovrebbe cimentarsi anche in questo suo secondo mandato in equilibrismi politici all’interno della sua stessa maggioranza, se vorrà evitare qualche sgradita ed improvvisa sorpresa quando meno se lo aspetta in Consiglio, su qualche importante provvedimento assembleare. Perciò, un qualunque rimpasto, seppur formale, dovrà essere per lui necessariamente anche sostanziale.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Novembre 2021

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