Mainiero perde il ricorso contro Episcopo, i giudici: “Pretesti e ostruzionismo”
L’ordinanza della prima sezione civile del Tribunale di Foggia
“Chi viene chiamato ad amministrare la cosa pubblica deve avere sempre come faro del proprio agire l’interesse delle cittadine e dei cittadini e fiducia nella giustizia.
Un grazie agli avvocati Gianluca Ursitti e Vincenzo di Cicco che mi hanno sapientemente accompagnata in questo percorso. E all’avvocatura del Comune per il supporto prestato in queste settimane”. Maria Aida Episcopo commenta l’ordinanza con cui la prima sezione civile del Tribunale di Foggia ha rigettato il ricorso del consigliere comunale Giuseppe Mainiero circa la sua “incompatibilità” da sindaca, motivo per cui lo stesso ne aveva paventato la “decadenza”.
Così ha deciso il Tribunale di Foggia, in composizionecollegiale, dopo l’udienza del 5 marzo in cui si è discussa la questione giuridica posta da Mainiero. I magistrati ConcettaPotito (presidente), Alessio Marfè (giudice) e Giulia Busti (giudice relatore) scrivono nelle venti pagine, posto che il ricorso sul punto è stato rigettato:
“Ricorrono, invece, i presupposti per condannare la partericorrente al risarcimento ai sensi dell’art. 96, comma 3, c.p.c.nei confronti del sindaco del Comune di Foggia, avendoesercitato un’azione pretestuosa integrante gli estremi dell’abusodel processo”. La “pretestuosità” dell’azione fa riferimento al D.Lgs. n. 39/13 richiamato dal ricorrente. “L’applicazione di talenormativa avrebbe al più potuto avere quale conseguenza la decadenza dall’incarico dirigenziale, ma non anche dalla caricaelettiva”. Fra le altre osservazioni, “il ricorrente ha richiamato precedenti giurisprudenziali non aventi rilevanza nel caso dispecie, ed ha ritenuto applicabili norme inconferenti rispetto alla fattispecie in oggetto”. Vediamo l’interpretazione delle disposizioni: “Lontana dal dettato normativo e artatamente voltaad indurre il lettore a ritenere realmente esistente una qualcheipotesi di decadenza”.
L’abuso del processo appare tanto più evidente se solo si considera che la presente azione “è stata introdotta ponendo a base della stessa motivi privi di un reale fondamento, e ciò pur nella consapevolezza che il neo eletto sindaco è non solo impegnato a amministrare la città, ma anche nel ricostruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni locali, fiducia messa a dura prova dal recente scioglimento del medesimo Comuneper infiltrazioni mafiose”. Rispetto a questo impegno,l’azione popolare di Mainiero “finisce per integrare un mero atto di ostruzionismo politico e non -come dichiarato dal resistente- un atto di difesa dei cittadini dal ‘degradoamministrativo’”.
Paola Lucino
Pubblicato il 21 Marzo 2024