Lo smilodonte di Trinitapoli
Detto anche tigre dai denti a sciabola, lo smilodonte era tipico del periodo andato dal Miocene al Pleistocene, periodo grosso modo corrispondente a quattordici milioni di anni fa. Era un colosso che poteva arrivare a 450 kg, un’altezza al garrese di 1,45 m. e una lunghezza superiore ai tre metri. La tigre dai denti a sciabola era sicuramente all’apice della catena alimentare del suo tempo. Poteva cacciare qualunque animale, compreso il mammuth. Quanto alla tecnica di caccia, si pensa che nonostante la sua forza lo smilodonte attaccasse in branco. Da una ricerca si evince però che disponesse di una potenza di morso pari ad appena un terzo di quella dell’attuale tigre. Ciò tuttavia non deve ‘deludere’ giacché con canini lunghi fino a 20, era possibile, una volta immobilizzata la preda, reciderne le giugulari e attendere senz’altra fatica il rapido dissanguamento. Tutto il contrario, invece, del suo moderno discendente, la tigre, la quale, con zanne non superiori ai 7 cm., deve uccidere per soffocamento, il che significa applicare una pressione ben più forte e prolungata. Altri test hanno poi dimostrato che i canini di questo colosso, nonostante la loro anomala lunghezza faccia pensare il contrario, erano più resistenti alla rottura di quelli dell’odierna tigre, che sono invece corti e massicci. Nel Museo delle Scienze della Terra, a Bari, è esposta la riproduzione del cranio di uno smilodonte rinvenuto a suo tempo in una cava nel territorio di Trinitapoli. I resti di questo smilodonte si presentano fossilizzati allo stesso modo dei resti dei tanti animali che ancora oggi, e dai primordi della vita, finiscono intrappolati nelle pozze di catrame (‘polle’ di idrocarburi liquidi) che si allargano a Rancho La Brea, una località nei dintorni di Los Angeles. Dobbiamo pensare che anche nelle piane della Capitanata del Pleistocene si poteva incappare in queste specie di sabbie mobili, queste brevi distese di fanghiglia densa e bruna, dal caratteristico odore di bitume? E’ un fatto che qualche anno fa la Vega Oil, un colosso multinazionale dell’energia, abbia condotto ricerche nel perimetro ricadente nei territori dei comuni di Manfredonia, Foggia, Carapelle, Orta Nova, Ordona e Ascoli Satriano. Se trivelle non sono ancora entrate in azione dipende forse dal fatto che i giacimenti individuati sono troppo profondi per giustificare l’investimento. Ma chissà che dieci, venti milioni d’anni fa le cose non fossero ben diverse, che il petrolio fosse così a portata di mano da sgorgare addirittura dal sottosuolo.
Italo Interesse
Pubblicato il 2 Agosto 2018