Cultura e Spettacoli

L’Epitaffio e la reintegra dei tratturi del Tavoliere

Il Viceré D. Gaspare de Haro, Marchese del Carpio, ebbe però, prima di morire, la soddisfazione di vedere posto  in atto un altro suo proponimento: lo sterminio in Capitanata e nelle altre Province del Regno dei masnadieri e dei banditi. Ci riuscì con i seguenti mezzi: concesse un ampio indulto a tutti gli inquisiti e latitanti, con la condizione che essi stessi provvedessero all’arresto dei loro capi e degli altri briganti. Ciò produsse l’effetto di metterli nella condizione di diffidare gli uni degli altri e di non poter più sostenersi uniti. Spedì nel tempo stesso sufficienti milizie nelle campagne con l’ordine di abbattere, anche  a cannonate se necessario, caseggiati di masserie, case coloniche, castelli e torri, ove quei malfattori solevano ricoverarsi. Pose grosse taglie in premio a chi li prendesse vivi o morti. Atterrì con una legge severissima i loro protettori, ricettatori,  complici e spie: semplificò i processi a loro carico, stabilendo che fosse ritenuta convincente prova contro di loro la testimonianza di due pentiti, o di due testimoni. Continua sull’edizione cartacea del Quotidiano di Foggia. Nelle edicole di Foggia e provincia


Pubblicato il 29 Ottobre 2010

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