Cronaca

“Le saline svendute ai francesi del gruppo Salins ‘

“Con il passaggio delle saline pugliesi di Margherita di Savoia al gruppo francese Salins l’Italia ha perso il controllo di un altro pezzo rilevante del suo sistema agroalimentare. L’impianto, 4mila ettari di estensione con una capacità produttiva di 700mila tonnellate di sale all’anno, è il più grande d’Europa e il secondo al mondo. Il passaggio a Salins non è avvenuto tramite una semplice cessione, ma attraverso l’acquisizione di un debito, garantito da azioni, che Atisale, l’azienda controllata da Sapiasale che ha ottenuto dal demanio la concessione delle saline fino al 2029, ha maturato nei confronti del Monte dei Paschi di Siena: l’azienda è finita in concordato preventivo, i prestiti sono diventati sofferenze e la banca ha indetto una gara per cedere quei crediti con relative garanzie”. È quanto denuncia il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, in un’interrogazione ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli relativa alla vendita delle saline di Barletta Andria- Trani.”Come precisato da Il Sole24 ore, con un’offerta di 5,4 milioni i francesi, già presenti con Cis (Compagnia Italiana Sali), che importa sale dall’Europa e dall’Atlantico e lo lavora nello stabilimento di Porto Viro (Rovigo), si sono aggiudicati il controllo dei pacchetti azionari e, a ricaduta, delle saline pugliesi, nonostante Monte dei Paschi di Siena, una banca salvata dal Governo italiano con soldi pubblici, avesse ricevuto un’offerta di valore superiore (si parla di 5,6 milioni), arrivata dalla stessa Salapia in cordata con imprenditori locali”, aggiunge. “Questa vicenda – osserva Rampelli- non è solo l’ennesima svendita a multinazionali straniere di imprese italiane, strategiche ed importanti per il tessuto produttivo nazionale, ma è un problema di ordine sociale ed occupazionale che riguarda i 120 dipendenti dello stabilimento pugliese. La multinazionale francese potrebbe decidere un drastico ridimensionamento dello stabilimento salinaro che, con una produzione annua di circa 5.500.000 quintali di sale, rappresenta oggi l’indotto principale sul quale l’intera città pugliese si alimenta. Il mercato italiano del sale marino, nel caso di acquisizione del credito e delle società collegate a questa vendita, risulterebbe un monopolio del Groupe Salins, in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria in materia di concorrenza”.
“Chiediamo ai ministri Patuanelli e Catalfo quali iniziative intendano assumere per fare chiarezza sulla vicenda, con particolare riguardo ai criteri che hanno portato Monte dei Paschi di Siena a cedere il credito vantato ad una società estera e se tale scelta sia stata la migliore dal punto di vista economico, industriale ed occupazionale.
Se l’operazione finanziaria di cui si discute possa comportare una palese violazione delle norme antitrust relativamente al monopolio del bene di produzione e se e quali iniziative di competenza intenda assumere a tutela della problematica di ordine sociale ed occupazionale dei lavoratori della Salina pugliese, nonché a salvaguardia della ‘italianità’ del sale margheritano e del suo territorio. Per questo invieremo l’interrogazione anche all’AntiTrust”, conclude il vicepresidente della Camera.

 

 


Pubblicato il 19 Settembre 2020

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