Le piste ciclabili a rischio, Foggia si salva fra cordoli e spartitraffico
Il nuovo codice della strada rimette in discussione le strisce
Il proliferare delle piste ciclabili fa i conti con la riforma del codice della strada verso l’approvazione definitiva in Parlamento. La sicurezza sarebbe a rischio con le sole strisce sull’asfalto, nella versione “light”, senza cordoli, che è uno degli argomenti principali a favore della cancellazione delle corsie. Foggia, che da vari anni si fregia di essere una delle città d’Italia con più km ciclabili, sarebbe salva da un eventuale stop di questo tipo.
Antonio Dembech, presidente della Fiab locale, spiega: “È un argomento che interessa molto relativamente la nostra città, non comporterà degli stravolgimenti in quanto la maggior parte delle nostre piste ciclabili sono state realizzate o con i cordoli, o sui marciapiedi o lungo gli spartitraffico. Sono pochi i tratti in cui, trovandosi lungo la strada, devono prevedere i cordoli”.
Il modello, per capirci, è quello di corso Roma (con cordoli) oppure quello in viale Europa o lungo le tre corsie, in allestimento. Il problema, aggiunge il presidente- se n’è discusso ieri, in commissione ambiente e territorio, con Fiab e altre associazioni- è piuttosto una mappatura delle piste per segnalarne i punti critici da far conoscere all’amministrazione. La faremo a breve, durante la prossima settimana, che sarà dedicata alla mobilità sostenibile. In alcuni tratti le piste ciclabili sono più pericolose della strada stessa, un ciclista, se ha a disposizione il suo spazio per strada, deve seguire quel percorso”.
Sono 38 i km di piste ciclabili a Foggia e 5 le velostazioni, almeno sulla carta. Quella del nodo intermodale è finita da tempo: “Non è mai stata affidata, oggi è abbandonata. Ma, del resto, una stazione senza una velostazione non è tale, è strategica, fondamentale in questo luogo. Sono stati realizzati, per il resto, dei ciclo-box. Il problema è dove sono collocati, o in zone che, per essere raggiunte, non prevedono la pista, tipo in via Protano, e la zona è molto pericolosa per le bici, o in via La Torre, meno affollata ma non con grandi potenzialità per essere usata. C’è anche la questione dell’affidamento di questi ciclo-box, degli atti vandalici possibili, del costo dell’abbonamento, del guadagno di chi ci lavora su”.
Altro tema affrontato in commissione è stato quello della cura del verde: “In alcune parti della città, per fare le piste ciclabili, è stato smantellato il verde, alberi e aiuole. Sono appalti già affidati, già partiti e non si può far nulla per fermarli. Noi abbiamo precisato che con questa modalità non siamo d’accordo, per noi va salvaguardata la mobilità sostenibile e anche l’ambiente”.
Le piste ciclabili “light”, con la striscia segnata a terra, sono invece a rischio, a Foggia, spiega Dembech, ce ne sono poche, una dalle parti di via Scaramella. “Le ciclabili con i cordoli sono molto più complicate da realizzare, e anche da pulire per le spazzatrici che ci devono passare. Per questo motivo molte città hanno scelto le strisce a terra, ma se cancellassero queste piste, paradossalmente, si darebbe più spazio alle macchine e meno alle bici”.
Un tema che riguarda strettamente i Comuni, l’Anci a maggio scorso, dopo alcune audizioni in Senato di rappresentanti territoriali, riportava quanto segue: “Il testo del Codice ha abolito alcune norme in vigore dal 2020 e che avevano consentito ai Comuni di realizzare centinaia di chilometri di corsie ciclabili anche in segnaletica. Tutto questo aveva permesso di mettere a disposizione subito una protezione migliore rispetto alla totale assenza di percorsi protetti, da migliorare in seguito con interventi strutturali”. Da qui la richiesta di Anci di lasciare invariate le norme, “salvaguardando gli investimenti realizzati in questi anni, anche con l’utilizzo di risorse ministeriali”.
Paola Lucino
Pubblicato il 11 Settembre 2024