L’Archivio di Stato perde anche i locali della Provincia. Parte la petizione
Dopo l’addio a Palazzo Filiasi, le ipotesi ventilate di nuove sedi

L’archivio di Stato di Foggia va ramingo per diverse sedi cittadine e si è appoggiato anche nella restante parte dei locali a piano terra di Palazzo Dogana, che già ospitavano la stessa istituzione. Volumi e utenti si sono aggiunti a ciò che esisteva, riducendo spazi. Altri faldoni sono stati piazzati in viale Francia mentre l’ex palazzo Filiasi è in attesa del Museo archeologico nazionale. A un anno dall’addio ai locali settecenteschi, non solo non è cominciato alcun cantiere per il costituendo museo, ma un’altra tegola si è abbattuta sulle vicende già difficili dell’archivio. La Provincia, nei locali che hanno ospitato per anni una parte dell’archivio di Stato (sono contenuti documenti della Dogana, delle Prefetture, dei Comuni), deve eseguire dei lavori. Dunque non ha rinnovato l’affitto all’archivio in attesa di un cantiere che partirà dal cortile fino ad arrivare ai locali del piano terra. Piove sul bagnato. In questi giorni è partita una petizione, firmata da diverse associazioni, in cui si chiede al Ministero della Cultura una soluzione. Mario Freda, presidente della società di Storia Patria di Foggia, è fra i più assidui frequentatori dell’Archivio. Dalle sue ricerche in loco, come da quelle di tanti altri studiosi del territorio, sono stati pubblicati diversi libri. Ci spiega come hanno vissuto quest’anno in bilico fra lo “sfratto” dalla sede storica e la ricerca di nuovi appoggi. “La sala studio si è ridotta di molto da quando ci siamo trasferiti anche noi al piano terra di palazzo Dogana. Non ci sono archivisti che possano aiutare nelle ricerche, fra l’altro. Ciò da un anno circa. Prima il personale era stato assunto con contratto a tempo, so che è stato fatto un concorso dal Ministero della Cultura ma ci sarebbero problemi nella graduatoria”. Il personale che fa ricerca viene non solo dalla Puglia ma dal Molise, dall’Abruzzo, con questi chiari di luna la Società di Storia Patria – e altre associazioni radicate sul territorio e cultrici della sua memoria- stanno comunque considerando di organizzate un convegno a Castel di Sangro con alcuni documenti dell’archivio della Dogana che è il più ricco sul tema. Freda è sconfortato: “Traballa anche l’archivio di viale Francia, ci sono delle infiltrazioni, ovviamente deleterie per i documenti. Stiamo perdendo tutto, ci siamo stufati francamente. Non siamo contrari al Museo archeologico nazionale, sicuramente porterà prestigio e cultura a Foggia, ne abbiamo tanto bisogno. Ma che questo sia fatto a scapito dell’archivio non va bene, non va bene questa ‘guerra fra poveri’”. Hanno firmato una petizione inviata al presidente della Repubblica, al ministro Giuli, al direttore generale degli archivi, alla Regione, agli enti locali. Tra i partecipanti, la fondazione Monti Uniti, Italia Nostra, Fai, tutte le sezioni di storia patria della Puglia, Billa Consiglio con il club Unesco, Società civile di Milly Pellegrini. “Chiediamo che l’archivio trovi una sede adeguata. Parliamo di documenti pesanti, faldoni, chiusi, che richiedono una struttura adeguata in grado di sostenerli”. A proposito di palazzo Filiasi aggiunge: “Abbiamo perso anche un contenitore culturale per la città perché avevamo una sala dove tenevano incontri pubblici”. Circa la sede possibile dice: “Non sappiamo quali siano le strutture demaniali in città, ci è stata ventilata qualche ipotesi. Il Comune vende il palazzo Amgas, c’è un costo da affrontare, certo, ma come si trovano soldi per altro si possono trovare anche per questo. C’è l’ex sede Benetton. Il presidente dell’archivio Massimo Mastroiorio e Marco Mascapè, soprintendente ai beni archivisti e bibliografici della Puglia, ne hanno parlato al governo. Ci hanno fatto sapere che non ci sono soldi. Trasferire questi documenti è costoso, possiamo farlo temporaneamente ma con la prospettiva di trovare una struttura non solo per accogliere gli studiosi ma in primis chi ci lavora. Alcune istituzioni, investite del problema, hanno un po’ nicchiato, non c’è stata una compartecipazione, è come se tu chiami alla guerra, si fa per dire, e si presenta uno solo”. Ci sono state delle interlocuzioni con il Comune di Foggia: “Non è venuto fuori granché, si è parlato della fiera come possibile luogo per l’archivio ma non è opportuno, sarebbe come mandarlo nel deserto…”. A proposito di sedi chiuse si fa riferimento alla Magna Capitana: “La biblioteca è chiusa ma prima o poi ci ritorna nella propria sede, ai noi ne manca proprio una”.
Qualche giorno fa il gruppo di “Noi Moderati”, con il coordinatore della Capitanata Francesco Borgese, ha comunicato l’appoggio all’appello delle associazioni che si battono per una sede idonea. “Ne abbiamo parlato anche con la senatrice di Fdi Annamaria Fallucchi, speriamo che la situazione si sblocchi”. Secondo Freda, dovrebbero tenersi un tavolo a cui dovrebbero partecipare Comune, Provincia, Regione, Università, Direttore dell’archivio, “per capire quali strade percorrere”. Il tavolo dovrà essere convocato da Roma ma ancora non c’è una data.
Paola Lucino
Pubblicato il 11 Aprile 2025