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La Ue salva l’extravergine di Carolea e Coratina da un’ingiusta classificazione

Il commissario all’Agricoltura dell’Unione Europea, Phil Hogan, salva dal declassamento l’olio extravergine di oliva calabrese e pugliese ottenuto dalla varietà di olive “carolea” e “coratina” che, con l’abbassamento dei limiti di tre acidi grassi (eptadecanoico, eptadecenoico ed eicosenoico) contenuti nell’olio estratto da olive con soli procedimenti meccanici, rischiavano di rimanere fuori dalla categoria di olive generatrici di extra vergine. Infatti, secondo quanto previsto dalle nuove norma regolamentari recentemente introdotte dalla Ue, per rendere più selettiva la categoria dell’olio di qualità, e quindi dell’extra vergine di oliva, la “carolea” e la “coratina”  (varietà molto diffuse in Calabria la prima ed in Puglia la seconda) sarebbero dovute rimanere fuori dall’elenco delle varietà il cui olio, se privo di difetti organolettici e rientrante nei parametri chimico-fisici degli oli d’eccellenza, poteva essere classificato come “extra vergine”. E questo solo perché i tre acidi grassi innanzi citati, contenuti naturalmente nell’olio ottenuto da olive “carole”  o “coratine” , eccedeva i nuovi limiti regolamentari imposti dalla Ue per l’olio extra vergine di oliva. A sollevare con forza tale questione che, se non modificata rapidamente, avrebbe potuto danneggiare ulteriormente i produttori italiani, in special modo calabresi e pugliesi, di olive ed olio extravergine da “carolea” o  “coratina”, sono stati tre eurodeputati del M5S, Laura Ferrara, Marco Zullo e Rosa D’Amato che, con una lettera inviata tempo fa al commissario Hogan, hanno chiesto, appunto, la modifica immediata dei parametri degli acidi grassi contenuti nell’olio utilizzati in Europa per stabilire quali oli devono essere considerati extravergini e, quindi, possono essere etichettati come tali. Infatti, la definizione dei limiti massimi ammissibili per l’extravergine così come stabilita inizialmente dalla Ue, oltre che danneggiare ingiustamente i produttori olivicoli italiani di tali varietà, si presentava anche come paradossale ed assurda, considerato che avrebbe escluso dalla categoria degli oli d’oliva di alta qualità quelli ottenuti dalla premitura di olive carole e coratine che, per le loro proprietà organolettiche e chimico-fisiche, risultano da sempre tra gli oli più pregiati che si possono produrre e presentare come tali sul mercato. In particolare, infatti, l’olio extra vergine ottenuto dalle coratine contiene naturalmente un valore minimo di polifenoli che è di 300mg x litro che è tra i più alti riscontrabili nella categoria degli oli extravergine d’oliva e, come è scientificamente provato, i polifenoli sono un potente antiossidante per l’organismo umano, in quanto combatte i radicali liberi che si generano nel corpo umano. E, quindi, trattasi notoriamente di una sostanza benefica per i consumatori di olio extra vergine di oliva. “Il Commissario ci ha informati che da novembre 2016 i limiti dei tre acidi grassi saranno innalzati”  hanno dichiarato in una nota i tre eurodeputati pentastellati artefici della missiva  con richiesta di revisione della norma per l’etichettatura  Ue dell’extra vergine che poi proseguono: “così da non danneggiare ed escludere dal mercato dell’extravergine, gli oli ricavati da alcune  varietà italiane, fra queste anche la Carolea e la Coratina, molto diffuse proprio in Calabria e Puglia”. Inoltre, ha chiarito Ferrara, “la tempistica permetterà, così come chiedevano nella missiva al commissario Hogan, di adottare il nuovo regolamento già dal prossimo raccolto, in modo da tutelare da subito i produttori locali e l’economia agricola dei nostri territori”. Per fortuna, quindi, il commissario all’Agricoltura della Ue si ravveduto su un provvedimento così insensato per il comparto olivicolo ed oleario di qualità, quale sarebbe stato quello di mettere addirittura “fuori gioco” dalla categoria degli oli extravergini quello di varietà Carolea e Coratina. Provvedimento inizialmente pensato verosimilmente per favorire produzioni olivicole meno pregiate della Carolea e Coratina, ma con prezzi di mercato evidentemente più vantaggiosi per i confezionatori a livello industriale di olio extra vergine di oliva che avrebbero così potuto conseguire elementi di ulteriore e maggiore speculazione nella collocazione di massa del prodotto, a discapito della “vera” qualità e naturalezza dell’extravergine d’oliva che – come è noto – proprio nell’Italia meridionale, ed in Puglia in particolare, ha il suo “cuore” pulsante a livello mondiale. Ogni tanto, quindi, anche nel comparto agroalimentare dell’olio una “buona notizia” della Ue, come quella resa nota dai 3 esponenti del M5S all’Europarlamento, non guasta. Purtroppo, nel settore in questione, capita di rado per gli operatori olivicoli nazionali e soprattutto pugliesi. Ed in questo caso particolarissimo, dopo un’iniziale assurdità, fortunatamente è capitata.     

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Maggio 2016

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