La produzione pugliese di olio extra vergine è peggiore delle stime
La produzione di olio extra vergine di oliva italiano nell’annata olivicola in corso è ben peggiore delle già disastrose previsioni iniziali che pronosticavano un crollo di produzione di circa il 60% in meno rispetto alla media delle precedenti annate. A darne notizia è Coldiretti Puglia che, durante i lavori dell’Assemblea nazionale in corso a Roma, ha comunicato il bilancio ancora più drammatico di produzione dell’olio d’oliva in Puglia, a seguito della tromba d’aria e dei nubifragi della settimana scorsa che hanno colpito principalmente le province di Brindisi, Taranto e Lecce, senza risparmiare Bari e Bat. Infatti, il neo presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, in una nota dichiarato: “Con l’ultima tromba d’aria il bollettino è divenuto catastrofico. In questo contesto è necessario che il Piano Olivicolo Nazionale investa e punti su una regione che produce oltre il 50% dell’olio extravergine italiano, per potenziare una filiera olearia che in Puglia vale 750 milioni di euro e che ancora nei primi 6 mesi del 2018 ha visto crescere le esportazioni del 2,1% per un valore di 66 milioni di euro”. Pertanto, ha inoltre affermato Muraglia: “Chiediamo anche una stretta dei controlli in campagna contro i furti, perché nel nord barese nelle ultime ore hanno rubato le poche olive rimaste sugli alberi”. Però, il forte calo di produzione di olio extra vergine di oliva – secondo Coldiretti Puglia – desta preoccupazione anche sotto altri aspetti. Infatti, ha aggiunto il neo presidente Muraglia: “Siamo preoccupati che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese faccia crescere le importazioni di olio dall’estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa. Se si vuole acquistare un ‘vero’ olio extravergine 100% italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 7-8 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d’occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza”. Preoccupazione condivisa dal direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, che con la stessa nota ha dichiarato: “Nel primo trimestre 2018 la Puglia ha importato 43,3 milioni di euro di olio extravergine da Grecia e Tunisia e per questo serve una stretta sui controlli perché sia accertato il pieno rispetto della Legge Mongiello, ribattezzata Legge ‘Salva olio italiano’, la n. 9 del 2013 che impone la tracciabilità in etichetta dell’olio extravergine di oliva e di accelerare il percorso del disegno di legge sui reati agroalimentari, elaborato dalla Commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del Comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”. Di fronte al moltiplicarsi di frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine o olio straniero spacciato per italiano – hanno sottolineato da Coldiretti Puglia – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del ‘Made in Italy’ e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero, perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘Made in Italy’ agroalimentare. Infatti, il consistente flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempire barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato interno come ‘Made in Italy’, quando in realtà trattasi invece di prodotti di origine extranazionale, se non addirittura extracomunitari. E l’olio d’oliva – come è noto – è da tempo sicuramente tra quelli più utilizzati per questo genere di frodi commerciali. I danni prodotti dal recente maltempo in Puglia non hanno riguardato soltanto l’ulteriore perdita di produzione provocata dalla caduta delle olive ancora da raccogliere, a causa delle forti raffiche di vento di una decina di giorni fa, ma anche quelli alle strutture, come i muretti a secco distrutti dalla violenza delle acque ed i fabbricati rurali allagati, oltre che alla viabilità rurale danneggiata dagli smottamenti e che ha reso la situazione ormai di difficile gestione in molte campagne pugliesi. A denunciare la drammaticità della campagna olearia 2018-19 anche Confagricoltura Puglia che sta elaborando le prime realistiche stime sulla produzione in corso di olio extra vergine di oliva nella nostra regione. Il primo dato evidente – ha spiega il presidente di Confagricoltura Puglia, Donato Rossi – è stata la durata della raccolta, mai così breve come quest’anno”. Normalmente le raccolta delle olive si sarebbe dovuta concludere a febbraio. “E invece moltissime aziende hanno già finito – dice Rossi – Le altre sono in dirittura d’arrivo”. La quantità di prodotto da raccogliere è dunque esigua. “Le aziende che hanno subito le gelate di febbraio e marzo – afferma il presidente di Confagricoltura – hanno perso oltre il 90% del prodotto”. Basti pensare che, aziende medio-grandi dell’andriese in grado di produrre normalmente 9-10mila tonnellate di olive, quest’anno hanno già chiuso la raccolta con meno di 150 quintali. Aziende grandi, con produzioni d’eccellenza che quest’anno aspiravano a raggiungere i 30mila quintali, si sono invece fermate ad appena 200 quintali di olive. Infatti, per le imprese situate lungo la fascia adriatica, che non sono state toccate dalle gelate, a metterci lo zampino quest’anno è stata la mosca, il cui attacco ha determinato un declassamento di molta parte del quantitativo di potenziale ‘olio extravergine d’oliva’ pugliese a ‘olio vergine’ o addirittura ‘lampante’, a seguito dell’elevata acidità e delle alterazioni di tutti gli altri parametri chimico-fisici ed organolettici che contraddistinguono la classificazione dell’olio d’oliva di qualità. “Quello che ancor più ci preoccupa – ha spiegato Rossi – è la reazione finora registrata dalla borsa merci”. Infatti, la tendenza registrata da Ismea-Mercati è al rialzo per il prezzo dell’olio extravergine di oliva di Puglia. Stabili invece i prezzi degli altri oli. La Puglia, insieme con la Sicilia, è la regione in cui si stanno registrando i maggiori aumenti per l’olio d’oliva. Però, i dati finora riscontrati sui prezzi, confermano come questa fase di ripresa non sia assolutamente in grado di compensare le perdite del settore. Ed anche per questo la brevissima annata olivicola ancora in corso sarà sicuramente ricordata dai pugliesi tra le peggiori degli ultimi 50 o 60 anni.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 8 Novembre 2018