Cultura e Spettacoli

La presentazione del libro “Paisà, sciuscià e segnorine”

Lo sbarco in Sicilia, la caduta di Mussolini e l’armistizio lasciano l’Italia stremata e divisa, mentre gli Alleati e i tedeschi si contendono palmo a palmo la penisola con scontri violenti, bombardamenti, stragi, rappresaglie, stupri, saccheggi, sfollamenti. Il peculiare percorso di uscita dalla guerra dell’Italia meridionale è il tema del libro Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile (Il Mulino), di Mario Avaglianoe Marco Palmieri, che raccontano questo periodo attraverso una pluralità di fonti (lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film) e che sarà presentato il 6 maggio 2022 alle ore 18 a San Severo presso l’Hotel Cicolella. Dopo i saluti e l’introduzione di Dina Contò Orsi, Presidente del CRD Storia Capitanata, Giuseppe Clemente dialogherà con Mario Avagliano e Vito Antonio Leuzzi. Elena Carafa leggerà brani scelti dal libro e Nazario Tartaglione eseguirà canzoni dell’epoca.

Fame, disperazione, macerie e morte la fanno da padrone. Anche l’assetto istituzionale è segnato da una profonda frattura, tra il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, gli Alleati sbarcano anche a Salerno e in Puglia per impadronirsi dei porti di Taranto, Bari e Brindisi, e la linea del fronte avanza lentamente da sud a nord. In questo periodo alla feroce occupazione tedesca del centro-nord si contrappone la convivenza forzata con i liberatori anglo-americani nel Mezzogiorno.

La ritirata e il breve periodo dell’occupazione tedesca del Sud lasciano sul terreno migliaia di morti: stati censiti 942 episodi di violenza e 2.623 vittime, per l’86% civili. A partire dal settembre del 1943 in Puglia e nel Mezzogiorno la popolazione gode dei primi sprazzi di libertà e di democrazia, ma al tempo stesso deve fare i conti con le ferite lasciate dal regime e dalla guerra ed è flagellata dalla fame, dalla mancanza di alloggi e di trasporti, dal caro-vita, dal mercato nero e dalla disoccupazione, soffrendo altresì per la lontananza dei reduci.

Il libro di Avagliano e Palmieri racconta anche molte vicende relative alla Puglia, dagli scontri per il salvataggio del porto di Bari sotto la guida del generale Bellomo al salvataggio del Palazzo delle Poste, con la partecipazione di militari e civili. Nel volume si parla anche degli episodi di resistenza a Bitetto, San Severo, Castellaneta, Serracapriola, Ascoli Satriano e Barletta, dove il comandante del presidio militare, il colonnello Francesco Grasso, viene arrestato dai tedeschi e deportato come internato militare, e del bombardamento tedesco del porto di Bari che nella notte dell’1 e 2 dicembre 1943 colpisce 20 navi italiane e alleate, una delle quali, la Liberty «John Harvey», contenente un carico segreto di 2 mila bombe con gas tossico all’iprite, provocando una strage di civili e militari. Ma si parla anche di Brindisi capitale d’Italia, del congresso di Bari (28-29 gennaio 1944), primo congresso libero dei partiti antifascisti, definito da Radio Londra «il più importante avvenimento nella politica internazionale italiana dopo la caduta di Mussolini», delle lotte contadine, della rinascita della stampa libera e delle vicende della Gazzetta del Mezzogiorno, della breve ma esaltante stagione di Radio Bari, con il gruppo di intellettuali provenienti da ogni parte d’Italia che, assieme a vari giovani pugliesi (tra cui Aldo Moro), danno voce all’Italia libera ma propongono anche inedite forme di intrattenimento, dei profughi ebrei che trovano riparo temporaneo in Puglia prima di partire per la Palestina e dei primi gruppi neofascisti che si formano in alcuni centri della regione.

 


Pubblicato il 3 Maggio 2022

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