La maggioranza si ricompatta in extremis sul Bilancio e si divide sull’emendamento contro i sindaci
Un Consiglio a geometria variabile, a seconda delle convenienze individuali dei componenti, sia di centrosinistra che di centrodestra e la sfiducia degli elettori verso l'attuale sistema politico cresce sempre di più
Il Consiglio regionale pugliese ha approvato il Bilancio di previsione del 2025 con 31 voti a favore, 14 contrari ed un astenuto. Insieme al Pd ed alle liste civiche di centrosinistra, hanno votato a favore anche i quattro consiglieri del M5S, Marco Galante, Grazia Di Bari, Cristian Casili e
Rosa Barone, i due gruppo di Azione, Sergio Clemente e Ruggero Mennea, ed a titolo personale il consigliere Napoleone Cera di Forza
Italia. L’ok alla manovra finanziaria del 2025 è giunto dopo una discussione durata oltre 11 ore, per la discussione ed approvazione dei 140 articoli del disegno di legge e dei circa 200 emendamenti presentati, con il voto conclusivo avvenuto quasi all’1:30 della notte tra mercoledì e giovedì.
Oltre l’80% di detto bilancio da 10,7 miliardi di euro è destinato alla Sanità, ed il restante scarso 20% a tutti gli altri comparti di competenza regionale. Tra i principali provvedimenti approvati su proposta del presidente Michele Emiliano e sottoscritti dalla presidente dell’Assemblea Loredana Capone e dal neo-assessore al Bilancio Fabiano Amati, figura la modifica della legge regionale per la gestione unitaria ed efficiente delle
funzioni afferenti al Servizio idrico integrato. Le modifiche introdotte
disciplinano le modalità di alienazione, da parte della Regione
Puglia, delle partecipazioni sociali di Aqp (Acquedotto pugliese) spa ai
Comuni di questa nostra regione, con la finalità di creare le condizioni per
l’individuazione, da parte dell’Autorità idrica pugliese, nell’esercizio delle proprie competenze, della modalità di affidamento del Servizio idrico integrato. Secondo quanto previsto dal provvedimento, si dovrà costituire una società per azioni, denominata “Società veicolo”, a totale partecipazione pubblica, attraverso la quale i Comuni acquisiranno le rispettive quote in Aqp. Con voto segreto (con 31 a favore e 12 contrari) è stato approvato l’emendamento proposto dai consiglieri Scalera e Pagliaro, (entrambi della civica di centrodestra “La Puglia Domani”) che, per i sindaci dei Comuni pugliesi che si vorranno presentare candidati al Consiglio regionale, prevede le dimissioni dalla carica almeno 180 giorni prima dal compimento del quinquennio della legislatura che sta per scadere. Tra le varie “mance” elargite con il Bilancio regionale del 2025 figurano 500mila euro alla società partecipata “Aeroporti di Puglia”, per lo sviluppo del “Turismo incoming”. il segretario regionale pugliese del Pd, Domenico De Santis, con riferimento al provvedimento approvato con voto segreto e trasversale, che impone le dimissioni sei mesi prima del voto, ai sindaci che vogliono candidarsi alle prossime regionali, ha dichiarato: “è una norma che danneggia i consiglieri che l’hanno votata, perché non si può avere paura della competizione elettorale”. Infatti, a detta dello stesso De Santis “questa norma è inammissibile” e chiederà a breve ai capigruppo e segretari dei partiti di maggioranza di riportare subito in aula un provvedimento per modificare la norma appena approvata. “In queste ore – ha concluso De Santis – tanti sindaci ci stanno scrivendo. Noi ritemiamo che ci siano anche profili d’incostituzionalità”. In definitiva, la maggioranza di centrosinistra che sostiene il governatore pugliese alla fine si è comunque compattata, per l’approvazione di quello che presumibilmente dovrebbe essere l’ultimo Bilancio della gestione Emiliano. Anzi, i numeri sono andati anche oltre quelli previsti, poiché ad esprimere il voto a favore è stato anche un consigliere del Gruppo dell’opposizione forzista in Consiglio regionale. Visto come sono andati i fatti, anche per l’approvazione trasversale dell’emendamento sulla ineleggibilità alla Regione dei sindaci che non si siano dimessi almeno sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura, non è da escludere che nelle fila del centrodestra, oltre a Cera, ci fossero altri pronti a fare da “ruota di scorta” ad Emiliano nel caso in cui la maggioranza avesse avuto qualche defezione al suo interno, come era stato minacciato qualche giorno prima del voto, da taluni consiglieri di centrosinistra non ancora allineati sul Bilancio. Quindi, si è ancora una volta in presenza di un Consiglio regionale a geometrie variabili dove, sia nelle fila della maggioranza che in quelle dell’opposizione, ci si differenzia col voto dai rispettivi schieramenti politici, al pari di come si entra e si esce dal bar del complesso regionale barese di via Gentile. Ovvero ognuno per sé e (quando serve!) tutti per Emiliano. E l’alibi dietro cui trincerarsi è sempre lo stesso: “Il bene dei pugliesi”. Un alibi a cui, verosimilmente, sono sempre di meno i pugliesi disposti a credere. Infatti la conferma, quasi sicuramente, arriverà alle prossime elezioni regionali.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 20 Dicembre 2024