La Dama ha fame, la pedina trema
I palii, queste gare tra rioni cittadini o vicine entità territoriali, non sono rari in Puglia. Da noi – ma è un po’ così dappertutto – non esistono limiti alla fantasia: a Taranto si gareggia a forza di remi, a Oria sulla base di prove di abilità e destrezza di tradizione medievale, mentre a Palo del Colle vince chi per primo taglia il traguardo restando per tutta la corsa in piedi sulla groppa di un cavallo… Esistono poi cimenti davvero insoliti. Il più originale di tutti si tiene a poca distanza da Foggia. Quando tra il 1994 e 1995, a Poggio Imperiale, la piazza principale del paesino (Piazza Imperiale) venne sottoposta ad un restyling, la vecchia pavimentazione fu sostituita da nuovi tavelloni composti in modo da formare una gigantesca scacchiera (vedi immagine). Dal 1995 su quel tavoliere – che è il più grande d’Europa – nel primo fine settimana di agosto si disputa il Palio della Dama Vivente, una simpatica manifestazione immersa nel folclore (la gara è preceduta da un corteo storico ; ai bordi della scacchiera bancarelle offrono prodotti tipici). Nella Dama Vivente i ‘pezzi’ sono rappresentati da donne-pedine in abiti cinquecenteschi che si spostano di casella in casella e si catturano vicendevolmente in base gli ordini annunciati dai due giocatori collocati su un palchetto eretto ai bordi del tavoliere (lo stesso tipo di manifestazione si tiene anche a Castelvetro di Modena). A Poggio imperiale si gioca con le regole della dama ‘italiana’. Per assistere alla sfida non è richiesto alcun biglietto. Non è così a Marostica, nel vicentino, sul cui vasto tavoliere disegnato sul selciato della piazza principale, dal 1923 si gioca una partita a scacchi nella quale pedoni, alfieri, cavalli, torri, regine e re sono personaggi viventi. A Marostica bisogna sborsare tra i quindici e i trentacinque euro per accaparrarsi uno dei 3600 posti a sedere disposti a gradinata intorno al terreno di gioco. L’iniziativa si ispira a una vicenda che si vuole ambientata nel 1454, sebbene di essa non vi sia prova storica. La partita di Marostica rievocherebbe la sfida tra Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara. Secondo la tradizione, questi due giovani e nobili rampolli essendosi innamorati della bella Lionora erano pronti a disputarsela a colpi di spada. Per evitare spargimenti di sangue e conseguenti faide, Taddeo Parisio, castellano di Marostica e padre di Lionora, proibì la sfida a duello e ordinò invece che i due contendenti si misurassero al “nobil Ziogo de li scacchi”. Il saggio Taddeo stabilì che al vincitore sarebbe andata in sposa Lionora, mentre il perdente avrebbe impalmato Oldrada, sorella minore di Lionora. Il legame di parentela avrebbe scongiurato la vendetta del perdente.
Italo Interesse
Pubblicato il 17 Maggio 2018