Primo Piano

La Consulta boccia il terzo mandato, si spiana la strada alla successione di Emiliano

Il Pd pugliese tira un sospiro di sollievo per la candidatura di Decaro, anche se in un eventuale campo largo le sorprese potrebbero non mancare

Possono mettersi definitivamente l’anima in pace i governatori di Regione come il campano Vincenzo De Luca, quello veneto Luca Zaia, ma anche il pugliese Michele Emiliano, che sono in scadenza del loro secondo mandato e che invece avrebbero potuto ambire ad una eventuale ricandidatura a governatore, se la Corte costituzionale avesse riconosciuta come costituzionalmente legittima la legge della Regione Campania, approvata a novembre scorso, che avrebbe consentito al presidente della giunta regionale uscente di presentarsi candidato a governatore per una terza volta. Infatti, nella seduta di ieri i giudici della Consulta hanno stabilito che l’articolo 1 della legge regionale campana “dopo aver previsto che non è immediatamente rieleggibile alla carica di Presidente della Giunta regionale chi, allo scadere del secondo mandato, ha già ricoperto ininterrottamente tale carica per due mandati consecutivi, ha tuttavia stabilito che, ‘ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge’.” In altri termini, proprio inserendo questo inciso – ha sottolineato la Corte Costituzionale – la Regione Campania “ha reso inapplicabile, per la prossima tornata elettorale, il principio fondamentale del divieto del terzo mandato consecutivo” posto dallo Stato con la legge numero 165 del 2004, “così violando l’articolo 122, primo comma, della Costituzione, che attribuisce al legislatore regionale il compito di disciplinare, tra l’altro, le ipotesi di ineleggibilità del presidente della Giunta regionale nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica”. Il divieto del terzo mandato consecutivo “opera, infatti, per tutte le Regioni ordinarie – hanno concluso i giudici della Consulta nella sentenza – dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale”. Ad impugnare la legge campana di possibilità di terzo mandato – come si ricorderà – è stato a gennaio scorso il governo Meloni, perché in evidente contrasto con la citta legge nazionale del 2004. Pertanto, ora, può tirare un sospiro di sollievo il partito di Elly Schlein, il Pd, che sia in Campania che in Puglia era alle prese con il problema di rinnovare i vertici regionali uscenti, senza però entrare in rotta di collisione con gli stessi, qualora si fossero riproposti (come ha fatto De Luca) per un eventuale terzo mandato consecutivo. Un problema analogo avrebbe potuto riguardare anche la Regione Veneto, dove l’uscente Zaia della Lega sicuramente sarebbe stato una figura ingombrante nella coalizione di centrodestra per il partito di Giorgia Meloni, Fdi, che in quella regione può ora almeno sperare nella possibilità di richiesta di alternanza nella candidatura a presidente e, quindi, di potersi fare avanti con il nome di un proprio esponente. Invece, nella regione a tirare un sospiro di sollievo per la bocciatura costituzionale di terzo mandato è sicuramente l’eurodeputato dem Antonio Decaro, che già da tempo sta lavorando sottotraccia per succedere ad Emiliano alla guida della Puglia. Lo stesso Decaro che invece, da sindaco di Bari, a gran voce sperava paradossalmente fino allo scorso anno nella possibilità di cambiamento della legge elettorale dei sindaci per i Comuni superiori a 15mila abitanti (per i quali – come è noto – la possibilità di terzo mandato consecutivo è esclusa), per avere lui, a giugno scorso la possibilità di ripresentarsi per la terza volta ed evitare la candidatura al Parlamento europeo, che invece ha dovuto poi perseguire proprio in virtù della mancata introduzione di terzo mandato consecutivo per i sindaci dei Comuni medio-grandi. Ora, infatti, con Emiliano fuorigioco per il terzo mandato, Decaro dovrebbe avere spianata la strada nel centrosinistra pugliese per la candidatura a presidente della Regione. Anche se – secondo alcuni addetti ai lavori della politica – sulla scelta del prossimo candidato presidente del centrosinistra per la Puglia non è ancora stata detta l’ultima parola. Infatti – sempre a detta di qualche bene informato – Decaro avrà bisogno dell’ok del Pd nazionale per la candidatura, in quanto il “gioco” del campo largo nazionale del centrosinistra imporrà necessariamente un’intesa complessiva tra tutte le forze della coalizione per le sei regioni che nel prossimo autunno saranno chiamate al voto. E, in caso di un’intesa nazionale tra Pd ed M5s per le prossime regionali, la Puglia è sicuramente, per una serie di ragioni, la prima su cui potrebbero puntare i pentastellati di Giuseppe Conte per rivendicare la guida della coalizione.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 10 Aprile 2025

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio