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La Commissione parlamentare Antimafia a Foggia (finora) dimenticata

“È ‘difficile’ la situazione dell’ordine pubblico nel Foggiano in rapporto alla criminalità organizzata, anche perché della “gravità della situazione che abbiamo trovato se ne parla troppo poco, anzi non se ne parla affatto a livello nazionale”. Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, durante l’audizioni di ieri a Foggia. 
“È una mafia – ha aggiunto Bindi – che ha le sue peculiarità legate ai vari territori di questa provincia. Queste mafie agiscono con un patto di non belligeranza tra di loro, sono molto violente, hanno a disposizione mezzi straordinari e contano anche su una sorta di omertà e collaborazione, perché al di là dello straordinario lavoro delle forze di polizia e di associazioni che reagiscono, che rappresentano un punto dilegalità importante, sicuramente le mafie si avvalgono di una omertà molto radicata”. Bindi ha sottolineato che “si fa fatica probabilmente ad ammettere che c’è una situazione così grave, nonostante da anni sia consolidata in questo luogo. Noi siamo venuti per capire meglio e fare la nostra parte, ma siamo venuti soprattutto per accendere una luce su questa provincia”. Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, ha anche espresso “rammarico”, a nome della commissione, per la scarcerazione di quattro esponenti della criminalità organizzata foggiana per decorrenza dei termini di custodia cautelare preventiva. “È chiaro – ha spiegato – che ci rammarichiamo di questo, poiché coincide con la nostra presenza qui oggi (ieri per chi legge – ndr). Credo che non mancheranno, da parte del Csm, delle indagini per capire di chi è la responsabilità. Noi abbiamo ascoltato la magistratura inquirente e riteniamo che il suo sia un lavoro prezioso e consapevole della criticità di questa provincia. È evidente che la scarcerazione di quattro elementi pericolosi è legata alla responsabilità della magistratura giudicante. Rileviamo che è un aspetto critico che non dovrebbe accadere in luoghi come questo”. In proposito Bindi ha aggiunto che “ci sono seri problemi di organizzazione nel funzionamento della giustizia in generale, in questo Paese. Ci possono essere responsabilità oggettive legate alle difficoltà, toccherà al Csm valutare se ci sono delle responsabilità soggettive”.


Pubblicato il 1 Agosto 2014

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