Cultura e Spettacoli

La chiacchiera di Lucera, la beffa dei Sanniti

Nel 306 a.C., Roma scacciava da Silvium (Gravina) l’ultimo presidio sannita in terra pugliese. I Sanniti o Sabelli furono un antico popolo italico stanziato nel Sannio, territorio corrispondente all’attuale Campania nordorientale, a gran parte del Molise, al basso Abruzzo, all’alta Lucania e al tratto pugliese posto a sud e ad est del Tavoliere. Con la nostra terra, dunque, questo popolo rude e fierissimo, troppo ‘appenninico’ per concepire pianure e altipiani, ebbe un rapporto marginale. Al più i Sanniti facevano svernare da noi le loro greggi. Tuttavia alla Puglia è in qualche modo legata la celebre umiliazione inflitta dai Sanniti ai Romani: le Forche Caudine… Nel 314 l’esercito romano, allora in guerra con i Sanniti, era stanziato nel Sannio, vicino Calatia. Il condottiero sannita, Gaio Pozio, spostò il suo esercito e in tutta segretezza lo fece accampare presso Caudio. Dove fosse collocato questo villaggio non è dato sapere. Livio si limita a parlare di “due gole profonde, strette… congiunte l’una dall’altra da monti che non offrono passaggi”. Evidentemente, come accaduto in precedenza con Alesia dove i Romani rimediarono una sconfitta memorabile ad opera dei Galli, anche qui la localizzazione è stata volutamente rimossa. Sembra comunque che Caudio fosse collocato fra Benevento e Caserta…. Per arrivare a Lucera le forze di Roma avevano due possibilità ; una strada aperta e sicura ma ben più lunga poiché costeggiava l’Adriatico, oppure la scorciatoia di Caudio. Vogliosi di farla finita con i loro nemici, i Romani optarono per la scorciatoia. Nella fretta di arrivare non si preoccuparono di mandare uomini di avanscoperta, così all’altezza di Caudio si infilarono in blocco nella strettoia. Quando giunsero al termine di quella gola infernale, “la trovarono sbarrata da tronchi d’albero e da ammassi di poderosi macigni” (Livio). Cercarono allora di tornare indietro ma si ritrovarono la strada chiusa da uno sbarramento identico all’altro. Dall’alto i nemici agitavano furiosi le armi. A questo punto i consoli romani, compreso che non avevano via d’uscita, mandarono ambasciatori a chiedere ai Sanniti di schierarsi in campo aperto per la battaglia. Ovviamente Gaio Ponzo non accettò e pose le sue condizioni : “Li avrebbero fatti passare sotto il giogo, disarmati, vestiti della sola tunica. Le altre condizioni di pace (sarebbero state) accettabili a vinti e vincitori : ritiro dell’esercito (romano) dal territorio dei Sanniti e quello delle colonie ivi mandate ; in seguito Romani e Sanniti sarebbero vissuti ciascuno con le proprie leggi in giusta alleanza”. Prevalse tra i Romani il partito della resa. Ma non fu viltà. Se Roma avesse perso un intero esercito, chi l’avrebbe salvata dagli stessi Sanniti o da altri nemici? Così, dai consoli all’ultimo legionario, l’intero esercito romano dovette passare in segno di sottomissione sotto una struttura di due lance conficcate verticalmente nel terreno e sormontate da una terza lancia orizzontale, simile ad una bassa porta.

Italo Interesse


Pubblicato il 10 Ottobre 2015

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