Cronaca

La belva di San Severo. Fino a quando imprendibile?

Hanno sistemato trappole, messo in azione i droni, allertati tutti gli uomini disponibili… Ancora niente. La pantera nera a spasso per le campagne non è una chiacchiera. L’ha vista più di uno, girano in rete video che non lasciano adito a dubbi. E la belva ha già ucciso: una capra, di cui si è cibata. I pastori sono in allarme più di tutti. Anche gli agricoltori avvertono il batticuore, per quanto di norma i grossi felini fuggano l’uomo. Ugualmente, attenzione. Non si scherza con una belva affamata e capace di abbattere anche prede di seicento chili. Sicché qualcuno adesso se ne va al lavoro armato; cosa che non fa tutti gli altri giorni, quando è esposto a ben altri pericoli di natura animale, come i branchi di cinghiali o di cani randagi. E mentre tutti si domandano dove sia andata a nascondersi quella pantera, un secondo interrogativo molesta l’uomo della strada: Come è possibile che una pantera si ritrovi bellamente a spasso per le campagne di casa nostra?…  Il caso è frutto di un (mal) costume piuttosto antico: Detenere illegalmente bestie esotiche e feroci è capriccio più diffuso di quanto si creda tra personaggi dai gusti originali e non a corto di soldi. Serve infatti molto denaro per procurarsi dai paesi d’origine cuccioli di specie protette o per acquistarli da chi abbia messo in piedi un allevamento clandestino; per non dire della necessità di disporre di grandi ville lontano dai centri abitati o di altrettanto isolate masserie. La necessità di mantenere il silenzio intorno alla cosa e di tenere la stessa al sicuro da occhi indiscreti spiega la modesta percezione che del fenomeno ha l’uomo della strada e la meraviglia di questi di fronte a un caso come quello di San Severo. Una volta che si dispone della villa o della masseria ad hoc, ci vuole poco ad adattare un cortiletto interno a gabbia…  e divertirsi a guardare il leone o la tigre di turno che sbrana ora un agnello, ora un coniglio. Questi animali sono motivo di attrazione per cerchie ristrette di amici (e si favoleggia pure di boss che eliminano rivali e traditori dandoli in pasto ai loro mostri; al quale ‘spettacolo’ assisterebbe l’intero clan). Ora, poiché non esiste prigione da cui non si possa evadere, il che vale anche per gli animali, bisogna mettere in conto il rischio che ogni tanto un grosso felino ritrovi fortuitamente la libertà. E siamo alla nostra pantera. Ad ogni modo, da questi zoo-allevamenti fuori legge ghepardi, linci e puma escono solo morti (in questi casi, se non vengono impagliate, le carcasse sono sezionate con la motosega a beneficio di maiali opportunamente tenuti a digiuno). Infine una curiosità: il termine ‘pantera nera’ è improprio. L’animale che si va cercando nel territorio di San Severo è un leopardo o un giaguaro ‘melanico’, ovvero affetto da un mutamento del gene che, a seconda dei casi, può essere recessivo o dominante. Per dirla alla buona: il contrario dell’albinismo.

Italo Interesse


Pubblicato il 24 Gennaio 2020

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