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“Italia olivicola” sollecita al Governo Conte la dichiarazione di calamità per la Puglia

Ad invocare interventi straordinari da parte del Governo nazionale non sono soltanto le comunità del Veneto e della Sicilia colpite dalla recenti calamità naturali, ma anche gli olivicoltori pugliesi che dall’inverno scorso sono ancora in attesa del decreto di riconoscimento dello stato di calamità per la gelata che ha pesantemente compromesso non solo la produzione olivicola dell’annata olearia in corso, ma soprattutto danneggiato una parte consistente degli uliveti nella zona nord della Puglia. “Gli olivicoltori non sono cittadini di serie ‘B’ e meritano la massima attenzione delle istituzioni” ha sottolineato in una nota il presidente di “Italia olivicola”, Gennaro Sicolo, ricordando che “a nove mesi dalla gelata che ha distrutto i campi e dimezzato la produzione non c’é ancora un Euro di ristoro”. Inoltre, Sicolo ha chiesto al governo Conte “di non abbandonare gli olivicoltori e di inserire tutte le zone colpite dalla gelata, in particolare la Puglia gravemente danneggiata, nello stesso decreto del Consiglio dei Ministri riguardante le regioni flagellate in questi giorni dall’ondata di maltempo, o in una specifica voce della prossima  legge di Bilancio”. “Come è noto – ha chiarito Sicolo – la gelata (ndr – dello scorso inverno) ha provocato ingenti danni agli ulivi in tutta Italia, in particolare in Puglia, polmone olivicolo nazionale, dove il gelo di Burian è stato accompagnato nel corso dei mesi da bombe d’acqua, grandinate, venti e altri eventi atmosferici straordinari che hanno peggiorato la situazione creando danni al comparto per oltre un miliardo di euro”. Situazione, questa, che rischia evidentemente di mettere in ginocchio, soprattutto al Sud, molti produttori olivicoli vittime della gelata e che per almeno un paio di annate non riusciranno a fare reddito per le loro imprese e, quindi, potrebbero trascurare le ordinarie buone pratiche agricole di coltivazione, se il governo nazionale non dovesse intervenire con iniziative concrete a favore delle aziende che hanno subito danni agli ulivi a causa del gelo. “Assistiamo in queste settimane – ha sottolineato inoltre il presidente di ‘Italia olivicola’ – a rimpalli di responsabilità, a probabili e reiterati ritardi della Regione e a burocrazia troppo lenta”. Infatti, “ad oggi – ha concluso Sicoli – non ci sono ancora notizie sulla richiesta legittima di stato calamità naturale avanzata per cercare di coprire le ingenti perdite ambientali e materiali in Puglia”. Una luce in fondo al tunnel per l’agricoltura pugliese si intravede invece – secondo il deputato Gianpaolo Cassese del M5S – per la filiera agrumicola, grazie all’intesa annunciata dal vice premier Luigi Di Maio di un accordo tra Italia e Cina che consentirà l’esportazione dei nostri agrumi per via aerea, superando così il trasporto in nave che di fatto escludeva i produttori locali soprattutto del Sud Italia da un grandissimo mercato. Infatti, “l’importante breccia aperta dal governo Conte –  per Cassese – può rappresentare un primo tassello per invertire il trend drammatico in cui versa tutto il comparto agricolo, escluso tra le priorità nell’agenda politica dei governi precedenti e che invece oggi torna ad essere terreno di interesse e di intervento programmatico”. “La filiera degli agrumi – ha commentato l’esponente penta stellato di Montecitorio che è componente della Commissione Agricoltura – è tutt’altro che secondaria in Puglia, dove costituisce quasi il 10 % dell’agroalimentare regionale complessivo, con più di mille imprese produttrici concentrate nella provincia di Taranto, tra Massafra, Palagiano, Palagianello, Ginosa, Statte, Castellaneta, raggiungendo 2,6 milioni di quintali annui pari ad un valore che supera i 100 milioni di euro”. “Questo accordo quindi ci riguarda da vicino – ha spiegato poi Cassese – e ci offre un segnale concreto di controtendenza ad anni di politiche irresponsabili che hanno consentito la concorrenza sleale dei prodotti provenienti da altri paesi senza alcuna tutela non solo per i nostri produttori e per l’economia locale, ma anche per la salute dei consumatori e per l’ambiente”. “Insomma,  – ha esclamato Cassese – si volta pagina”, per poi concludere: “L’agricoltura pugliese, oggi in ginocchio anche a causa delle ripetute ondate di maltempo e del dissesto idrogeologico, merita una strategia politica ed interventi mirati che siano finalmente all’altezza di valorizzare la sua ricchezza, anche attraverso il rilancio dei comparti olivicolo e viticolo. Dopo questa boccata di ossigeno per la filiera degli agrumi sono certo che il nostro Governo continuerà a muovere passi nella giusta direzione con iniziative che sapranno dare dignità e vigore a tutto il mondo agricolo”. Pertanto, anche agli olivicoltori, in particolare a quelli pugliesi, non resta che attendere per verificare se anche per il loro comparto ci saranno sostanziali novità rispetto ai precedenti Governi, visto che ormai l’esperienza passata insegna che, soprattutto nel comparto agricolo, le promesse dei precedenti Governi, sia di centrodestra che di centrosinistra, sono sempre state tante, ma poi i fatti concreti assai pochi rispetto alle reali esigenze ed aspettative del settore. Quindi, inutile illudersi prima nel modo agricolo pugliese, per non restare – come al solito – delusi dopo. Di certo, per rimanere in tema, se sono rose, allora fioriranno. Diversamente, nonostante le proteste e le lamentele, i produttori olivicoli pugliesi saranno punto ed a capo.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Novembre 2018

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