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Ipogei di Trinitapoli, verso la realizzazione del Museo archeologico

Un sistema di strutture scavate nella roccia calcarea realizzate agli inizi della media età  del Bronzo, almeno 1800 anni prima della nascita di Cristo: è quanto ha fatto venire alla luce la Soprintendenza ai Beni archeologici della Puglia, attraverso scavi in corso da oltre un ventennio, in territorio di Trinitapoli. Ieri è stato effettuato un primo passo verso la realizzazione del Museo archeologico degli Ipogei di Trinitapoli viene compiuto con l’inaugurazione, da parte del ministro dei Beni e delle Attivita’ culturali e del Turismo, Dario Franceschini, della mostra ‘Un santuario per la Dea’. Gli ipogei di Trinitapoli, sottolinea la Soprintendenza in una nota, presentano peculiarità tali da renderli documenti unici tra le conoscenze sulla protostoria italiana. Quelle strutture scavate nella roccia servivano a celebrare riti connessi alla fertilita’ e ai cicli della vita e della morte, e successivamente venivano impiegate per la sepoltura collettiva di individui appartenenti probabilmente alle comunita’ locali. Proprio i numerosi reperti trovati nel corso degli scavi e che accompagnavano i defunti nel loro viaggio verso l’aldila’, svelano da una parte il rango sociale dei piu’ antichi abitanti di Trinitapoli, definiti ‘popolo degli Ipogei’ dalla direttrice degli scavi e del progetto, Anna Maria Tunzi, e dall’altra parte la fitta rete di relazioni che essi intrattenevano con le comunita’ stanziate nell’area dei Balcani e dell’Egeo. In alcuni casi i reperti sono di straordinario valore per fattura, tipologia o perche’ realizzati in bronzo, avorio e ambra, e risultano spesso prodotti sull’altra sponda dell’Adriatico, indicando i contatti tra i capi della comunita’ locale e i mercanti che nell’eta’ del Bronzo solcavano il Mediterraneo. Nonostante fosse già aperto da prima del 2002 (quando venne chiuso a causa di alcune lesioni provocate dal sisma del Molise), in realtà l’edificio non è mai stato un museo nel vero senso della parola. Al più una struttura per mostre temporanee dei reperti rivenuti negli ipogei della città. Preziose testimonianze che risalgono a 3500 anni fa, che hanno una parziale sistemazione. Il museo è infatti fruibile solo al piano terra, con quattro sale espositive e una per il deposito di materiale archeologico. Poi, arriveranno anche le sale al primo piano, dove troveranno posto i reperti trovati nella tomba della «signora delle ambre», una donna di alto rango la cui altezza era decisamente al di sopra della media dell’epoca. Ci sono pannelli didattici, totem descrittivi e reperti recuperati nel corso delle varie campagne di scavo attuati nell’area dell’attuale Parco Archeologico, che svelano al visitatore gli usi, i culti e i riti del «popolo degli Ipogei». Un misterioso popolo che in questa area del Tavoliere, durante l’età del Bronzo, era dedito a un’agricoltura evoluta, integrata da attività pastorali e di caccia, e che scavava gli ipogei, imponenti strutture sotterranee. L’allestimento del museo, fortemente voluto dall’amministrazione Di Feo, è costato 30mila euro.


Pubblicato il 24 Febbraio 2015

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