Cronaca

Intervista con Matteo Avella, al comando di Acqua Amata

“Il profondo amore per la qualità, l'autenticità e la passione”

Sul mercato furoreggia ormai da tempo un’acqua non solo gradevole nel gusto, ma anche amica delle tasche e il nome è un programma: “Amata”, la vediamo nei supermercati. Possiamo parlare di una storia imprenditoriale risalente nel tempo e di famiglia, e oggi al timone di comando, con mano sicura, ma anche saggezza ci sta il dottor Matteo Avella, giovane ma attento e calibrato imprenditore che abbiamo intervistato. Ma ecco qualche dato per meglio capire la storia. Nel 1990, Giovanni Antonio Mazzone, viticoltore di Turi, fece una scoperta straordinaria che avrebbe poi segnato un capitolo fondamentale nella storia della sua famiglia. Durante una notte di ricerca di acqua per irrigare i suoi campi, Mazzone si imbatté in una fonte sotterranea millenaria, situata a circa 700 metri di profondità. Dopo attente analisi, scoprì che l’acqua possedeva proprietà uniche, perfette per il benessere e la salute. In seguito, fu scelto il nome “Acqua Amata”, che non solo riflette l’affetto e la dedizione della famiglia Mazzone verso questa risorsa preziosa, ma anche il desiderio di condividere con il mondo un’acqua dalle qualità straordinarie. Insomma, un’avventura che nasce per caso, ma non troppo.

Chi ha dato questo nome, dottor Matteo Avella?

“Il nome “Amata” fu suggerito da una funzionaria ministeriale, profondamente ispirata dall’entusiasmo e dall’amore che la famiglia Mazzone dimostrava nei confronti di questa risorsa. Dopo diversi tentativi con altre denominazioni, “Amata” emerse come la scelta ideale, perfettamente in grado di rappresentare il forte legame emotivo che la famiglia nutriva per questa acqua eccezionale. Oggi, questo nome richiama il profondo amore per la qualità, l’autenticità e la passione che la famiglia ha riversato in questo progetto, rendendo Acqua Amata un simbolo di eccellenza italiana”.

Ci parli della vostra storia aziendale

“La storia di Acqua Amata è una storia di visione e determinazione. Nel 1990, Giovanni Antonio Mazzone scoprì casualmente una fonte millenaria di acqua minerale. Questo incontro fortuito, che ha trovato il suo racconto nel libro Quella notte alla fonte magica, ha cambiato per sempre il corso della sua vita e di quella della sua famiglia. Dopo numerose ricerche, test scientifici e una lunga e meticolosa procedura burocratica, nel 1998 l’acqua fu ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Salute come acqua minerale oligominerale. Nonostante le difficoltà economiche nei primi anni 2000, che portarono a una situazione di rischio per l’azienda, la famiglia Mazzone non ha mai perso la speranza. Con il supporto di Maria Mazzone, che ha assunto la guida dell’azienda in un periodo critico, Acqua Amata ha intrapreso un percorso di rinnovamento e crescita. Nel 2021 è stato creato il gruppo MGA, che ha integrato diverse aziende, tra cui quella operativa di imbottigliamento, e ha avviato investimenti in settori chiave come quello energetico e agricolo. Oggi, con un piano di investimenti di 18 milioni di euro, Acqua Amata è pronta a compiere un ulteriore salto di qualità sotto la guida del sottoscritto Matteo Avella, mirando a consolidare la sua posizione di leader nel mercato italiano e internazionale”.

Possiamo parlare di una storia di famiglia?

“Assolutamente sì, Acqua Amata è innanzitutto una storia di famiglia. La scoperta della fonte millenaria è solo il punto di partenza. Il vero successo dell’azienda è stato possibile grazie alla visione e al sostegno costante dei membri della famiglia Mazzone. Giovanni Antonio Mazzone ha avviato il progetto, ma è stato grazie al contributo fondamentale di Giuseppe Avella, suo genero, che i primi passi burocratici e legali sono stati compiuti. La leadership di Maria Mazzone ha permesso all’azienda di affrontare momenti difficili, mentre oggi, sotto la direzione di Matteo Avella, la tradizione continua a vivere, con nuovi progetti che guardano alla sostenibilità e all’innovazione, preservando e rafforzando l’eredità familiare.” Sin qui Matteo Avella, imprenditore dalle idee chiare e degno eredi di una classe imprenditoriale con visione e strategia e i risultati commerciali di Acqua Amata lo dimostrano. Da una scoperta del tutto casuale è venuto fuori un capolavoro di imprenditoria e soprattutto ispirato a quella che ormai è una vera fonte di ricchezza in senso buono: l’acqua e mai nome fu più indovinato. Amata in tutti i sensi.

Bruno Volpe


Pubblicato il 12 Novembre 2024

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