Anche quest’anno il Comune di San Severo celebra il prossimo giovedì 27 gennaio 2022 la Giornata della Memoria, istituita con Legge n.21 del 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici nei campi nazisti. Unitamente alle iniziative previste alla Biblioteca Comunale Alessandro Minuziano, in precedenza comunicate, l’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Cultura, ha voluto ricordare alcuni dei cittadini sanseveresi scomparsi nei campi di concentramento o per effetto della lunga prigionia, con l’apposizione di Pietre di inciampo, le prime nella Provincia di Foggia, collocate dinanzi l’ingresso principale di Palazzo Celestini – Residenza Municipale – in Piazza Municipio. La cerimonia d’inaugurazione, che si terrà nel pieno rispetto delle normative vigenti anti Covid 19, è in programma nella mattinata di giovedì 27 gennaio alle ore 10,00.“Con questa iniziativa – dichiarano il Sindaco Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura Celeste Iacovino – si intende porre un elemento perenne di memoria nella nostra città dedicato alle vittime dell’ideologia nazi-fascista con la finalità di creare nella coscienza dei nostri cittadini un monito perché quel passato non si ripeta e si conosca la triste sorte di alcuni dei nostri concittadini militari internati durante la seconda guerra mondiale. Al fine di diffondere la conoscenza dell’importante iniziativa verrà distribuita in tutte le scuole di ogni ordine e grado una brochure in cui oltre ad essere riportata la descrizione delle “Pietre di Inciampo” c’è una breve storia degli Internati Militari Italiani e la biografia dei tre militari sanseveresi a cui sono state dedicate le tre Pietre di inciampo”.
La Pietra di Inciampo
Si tratta di un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10cm) ricoperto di ottone lucente, che ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte del deportato nei campi di concentramento e sterminio. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le Pietre d’Inciampo, “Stolpersteine”, in tedesco, nate da un’idea dell’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali. Grazie a un passa-parola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano Pietre d’Inciampo in oltre 2.000 città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria. In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori. Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig ha fatto proprio un passo del Talmud: una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome. Obiettivo della Pietra d’Inciampo, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare. Queste di San Severo sono le prime pietre di inciampo della Provincia di Foggia. La nostra Città onora i suoi figli Internati Militari Italiani: Michele Lacci, i fratelli Paolo e Vincenzo Villani”.
La storia degli Internati Militari Italiani (IMI: venivano così chiamati dal Terzo Reich i Soldati Italiani che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono catturati e deportati in Germania, o in altri Paesi occupati dai tedeschi) è poco conosciuta. I nostri Soldati dovettero scegliere se combattere con i nazisti, oppure essere internati. Per ordine di Hitler non venne loro riconosciuto lo status di prigionieri di guerra, e, non avendo le garanzie della Convenzione di Ginevra del 1929, né godendo delle tutele della Croce Rossa Internazionale, divennero gli “schiavi di Hitler”. Dopo la creazione della Repubblica Sociale Italiana, i Soldati fedeli al giuramento al Re, rifiutandosi di arruolarsi nelle forze armate di Mussolini, e scegliendo di rimanere nei lager, vennero avviati al lavoro forzato. Lavoravano 9/10 ore al giorno, tutti i giorni, in un luogo di lavoro distante dal campo di internamento anche sei chilometri, da percorrersi a piedi. Il vitto era molto scarso. Le condizioni igieniche erano pessime. La vita quotidiana era scandita da ispezioni e punizioni, che, in alcuni casi, provocavano la morte. Gli alloggi erano in baracche prive di servizi igienici. L’abbigliamento era la divisa con la quale erano stati catturati. La malattia era spesso una conseguenza delle dure condizioni di vita.
Si articolò una rete di resistenza contro il nazi-fascismo e furono organizzate cellule e radio clandestine. Gli IMI furono circa 800.000. Il numero dei deceduti – a causa della delle durissime condizioni di prigionia – oscilla tra 37 000 e 50 000.
In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio 2022, la Città di San Severo onora i suoi figli Internati Militari Italiani: Michele Lacci, i fratelli Paolo e Vincenzo Villani.
Vincenzo Villani nacque a San Severo il 25/05/1923. Chiamato alle armi l’8/01/1943, destinato al 1° Regg. Genio Ferrovieri di Castelmaggiore (BO), successivamente inviato in Grecia, ad Atene. Catturato dai tedeschi il 9/09/1943, nei pressi di Corinto. Deportato in Germania e internato nello Stalag VII A – Moosburg, a nord di Monaco di Baviera. Venne schedato con il numero 117853 e costretto al lavoro coatto. Morì il 12 luglio del 1944 a Monaco di Baviera per incursione aerea, a soli 21 anni. La sua famiglia venne informata della sua morte un anno dopo, da un soldato tornato dalla prigionia. Vane furono le ricerche per rintracciare e trasportare in Italia i suoi resti. Tuttora giace, Milite Ignoto, nel Cimitero Militare d’Onore Italiano di Monaco di Baviera.
Paolo Villani nacque a San Severo il 13/10/1924. Chiamato alle armi il 31/08/1943, destinato al 14° Reparto Artiglieria di Treviso. Catturato dai tedeschi l’11/09/1943 e deportato in Germania. Di lui non si seppe più nulla per circa due anni. Nel maggio del 1945, dopo la liberazione, rimpatriò impiegando un mese per arrivare a San Severo, completamente debilitato e stremato. Raccontò di essere stato internato a Kustrin – Stalag IIIC, ai confini tra Germania e Polonia, a est di Berlino. Il 27/12/1950, per i postumi della dura prigionia, morì a San Severo, a soli 26 anni.
Michele Lacci, di Luigi e Armanda Cicerale, nacque a San Severo il 27/01/1922. Chiamato alle armi il 26/01/1942 e destinato al Rep. “IV Genova Cavalleria” in Roma. Trasferito in Francia il 4/09/1942 e poi in Croazia nel 13/06/1943. Catturato dai tedeschi il 9/09/1943 e deportato a Luckenwalde – Stalag IIIA dove venne schedato con il numero di prigioniero 111516. Dopo aver contratto la tubercolosi polmonare a causa delle pessime condizioni del lager, fu rimpatriato tramite Croce Rossa Internazionale e ricoverato all’Ospedale Militare Territoriale di Bergamo il 19/05/1944. Successivamente trasferito all’Ospedale Militare di Gallarate (4/06/1944) dove morì il 25/07/1944, a soli 22 anni, munito di conforti religiosi. Fu inizialmente sepolto a Gallarate nel Campo d’Onore riservato ai Militari. Nell’aprile 1946, la famiglia Lacci curò il trasporto della salma a San Severo, ove ebbe solenni funerali con onori militari e nel cui cimitero è sepolto. Decorato di Croce al Merito di Guerra.
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