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In Puglia al “caos” per i vaccini si aggiunge quello dei numeri sull’epidemia

In Puglia c’è un “caos” aggiuntivo alla già caotica situazione nazionale per le vaccinazioni anti-Covid. Infatti, a chiedere chiarezza sulla campagna vaccinale nella nostra regione non sono soltanto i comuni cittadini e le forze politiche di opposizione al governo regionale della Puglia, ma sono soprattutto molti medici di base che, attraverso le rispettive organizzazioni di rappresentanza sindacale, stanno lamentandosi con il governatore Michele Emiliano e l’assessore alla Sanità pugliese, Pierluigi Lopalco, dello stato confusionale manifestato finora dalla Regione e dalle Asl nel pianificare, secondo le priorità stabilite, le inoculazione agli aventi diritto sulle varie parti del territorio pugliese. Difatti, secondo i dati in possesso del Ministero della Sanità e diffusi recentemente da un noto quotidiano economico nazionale, la Puglia ultimamente è risultata al fondo della classifica nazionale per numero di vaccini effettuati giornalmente. Per cui di questo passo, la campagna vaccinale anti Covid nella nostra regione si concluderebbe alla fine del 2022, con un ritardo, quindi, di cica 15 mesi rispetto all’obiettivo nazionale, fissato – come è noto – dal governo Draghi a settembre di quest’anno. Perciò, le denunce di alcune associazioni sindacali dei medici è un chiaro atto d’accusa contro la totale incapacità del governo pugliese a farsi carico della gestione emergenziale nella nostra regione. Da ultimo, ad esempio, l’Intersindacale medici Puglia, a cui aderiscono le sigle sindacali di S.M.I – SNAMI – SIMeT – C.G.I.L. Fp Medici -UGS Medici, con una lettera aperta inviata al presidente della Regione, Emiliano, all’assessore Lopalco ed alle autorità amministrative responsabili della politica sanitaria in Puglia, ha chiesto di conoscere i motivi dell’inspiegabile ritardo da parte di alcuni Distretti sanitari nella distribuzione dei vaccini ai medici di medicina generale che hanno scelto di vaccinare i propri pazienti in spazi pubblici individuati per lo scopo. Infatti, ha rilevato l’Intersindacale medici Puglia, “i pazienti di questi medici” che non ricevono ancora le dosi “verrebbero penalizzati da detto ritardo, attendendo invano di essere vaccinati, a differenza di quei pazienti, i cui medici hanno già iniziato la campagna vaccinale nei propri studi professionali. Denunciando ripercussioni non trascurabili sulla loro credibilità e sul deterioramento del rapporto fiduciario, dato il confronto con quei colleghi che hanno ricevuto il “privilegi” di iniziare prima la campagna vaccinale. Perciò, l’Intersindacale dei medici pugliesi, inoltre, ha chiesto ai Direttori generali delle Asl una convocazione urgente dei Comitati permanenti aziendali, per dare rapidamente attuazione a quanto previsto dal Protocollo d’intesa firmato il 5 Marzo scorso dall’Assessore alla Salute, Lopalco, dal Direttore del Dipartimento alla Salute, Vito Montanaro, e dai sindacati più rappresentativi della medicina generale, per la buona riuscita della vaccinazione di massa anti-Covid. Secondo i dati forniti direttamente dal Governo, la Regione Puglia finora ha ricevuto circa 900mila vaccini anti-Covid, ma ad oggi ne avrebbe somministrati solo 672.428. Quindi, ci sarebbero circa 228mila dosi in deposito che i vertici regionali giustificano come riserva, per assicurare la seconda dose a tutti coloro che hanno già ricevuto la prima e che non possono rischiare di rimanere scoperti e, quindi, vanificare quanto già fatto, qualora non giungessero puntuali le altre quantità di vaccino anti Covid promesse. Però, i casi di disservizi denunciati quotidianamente nella Sanità pugliese, per la somministrazione dei vaccini anti Covid, si moltiplicano. Infatti, quelli più recenti di Lecce ed Altamura, ma anche di altre realtà locali, testimoniano una situazione caotiche che lascerebbe presumere ad un comparto praticamente senza un benché minima programmazione, ma lasciato nei territori all’autogoverno giornaliero di sindaci ed altre autorità sanitarie locali che procedono “a vista” e non sulla base di disposizioni tassative ed inderogabili impartite da un’unica autorità programmatoria. Fatto, questo, che ha portato il vice responsabile pugliese di Forza Italia, il senatore barlettano Dario Damiani, ad affermare in una nota che “Emiliano evidentemente regna, ma non governa” la Puglia, visto che nelle ultime settimane, nonostante la zona ‘rosso scuro’, i contagi da Coronavirus hanno subito un’impennata come non mai prima. Ma anche la Puglia anche sui “numeri” dell’emergenza sanitaria sembra alquanto ballerina. In quanto il “caos” non riguarderebbe verosimilmente soltanto la programmazione vaccinale, ma finanche quella del rilevamento dei dati dell’epidemia nella nostra regione. Infatti, è di ieri la notizia che i morti da Covid – secondo quanto affermato dall’assessore Lopalco – nel giorno di Pasquetta sarebbero stati effettivamente 15 in Puglia, però dal Bollettino ufficiale della Regione ne risultano 70, perché 55 non sono stati caricati sul sistema nell’ultima settimana. In altri termini, i dati giornalieri di mortalità per Covid nella nostra regione diffusi nell’ultima settimana non sarebbero veritieri. Fatto, quest’ultimo, che ha fatto dichiarare al capogruppo di “Fratelli d’Italia” alla Regione, Ignazio Zullo: “La gravità dell’affermazione è tale che noi per primi ci chiediamo se non fosse stato meglio chiedere solo scusa ai pugliesi per l’ennesima inefficienza del sistema”, perché caricare 15/25/55 o 70 morti in un giorno non è di certo la stessa cosa i fini dello studio statistico dell’andamento dell’epidemia nella nostra regione. Infatti, ha proseguito l’esponente del partito di Giorgia Meloni che – come è noto – è anch’egli medico: “Lopalco è un epidemiologo prima ancora che politico e quindi sa che il dato della mortalità non è irrilevante per le statistiche. Il dato serve a capire l’andamento giornaliero della mortalità, che è indicativo del ritardo di presa in carico assistenziale del paziente Covid positivo, nel senso che si muore perché si arriva tardi nell’assistenza, prima di tutto a domicilio e poi in ospedale”. Da ciò la successiva considerazione di Zullo: ““Ora in Puglia i non ‘caricati sul sistema’ li hanno ‘menati’ tutti in un giorno”, in Sicilia invece li avevano plasmati in più giorni e lì – come è noto – l’assessore regionale si è dimesso, a seguito di un’apposita inchiesta aperta sul caso. Difatti, ha esclamato Zulo: “In Sicilia c’è un’inchiesta penale che ha avuto un’eco nazionale, in Puglia pare sia normale e senza vergogna”, affermando anche: “Noi non invochiamo la Magistratura, ma efficienza!” e chiedendo a Lopalco “perché sfuggono 55 morti in una settimana”, oltre che di “non far finta che è una cosa normale perché abbiamo bisogno, e lo diciamo da tempo, di capire perché in Puglia si muore di più rispetto a tutte le Regioni meridionali e insulari”. Perché, ha spiegato Zullo, “se non si caricano gli eventi nel tempo in cui questi accadono, è evidente che non c’è possibilità di capire” l’andamento epidemiologico nella nostra regione, mentre – ha sottolineato inoltre il capogruppo di Fdi – “il tutto con Lopalco che si limita al bollettino dei numeri”, per poi concludere con l’esclamazione che “le persone che si ammalano e che muoiono non sono numeri!” Un bollettino, per giunta, che stante alla recente confessione dello stesso assessore Lopalco non sempre corrisponderebbe al vero per i dati giornalieri riportati e che, quindi, anche in questo il “caos” sanitario della Puglia è ormai un fatto conclamato.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Aprile 2021

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