Cronaca

Il tasso di mortalità più alto è della provincia di Foggia

Sono aumentate del 3% rispetto al 2018, le vittime di incidenti stradali in Puglia: lo scorso anno sono morte 204 persone in oltre 9600 sinistri che hanno provocato il ferimento di oltre 16mila persone. » quanto rileva l’Istat che ha condotto un’indagine sugli incidenti stradali in Puglia nel 2019.Tra le vittime ci sono anche bambini, giovani e anziani anche se in Puglia sono stati inferiori in termini numerici rispetto alla media nazionale: il 35,7 per cento contro il 45,2 per cento. “Il loro peso relativo sul totale dei deceduti rilevato in Puglia e’ inferiore nel 2019 a quello nazionale 35,7% contro 49,6%”, spiega l’Istituto di statistica che evidenzia anche che negli ultimi nove anni l’incidenza di pedoni tra le vittime e’ aumentata in Puglia passando dall’8,9% a 10,1%. Il 69,3 per cento degli incidenti avvenuti nel 2019 si e’ verificato sulle strade urbane, provocando 48 morti e 10.647 feriti (65,9%). E se sono aumentati del 10 per cento sulle autostrade, sono cresciuti dello 0,6% sulle strade extraurbane mentre restano pressoche’ invariati sulle strade urbane. Restano gli incroci stradali i luoghi piu’ insidiosi nelle citta’: rappresentano il 36 per cento del totale gli incidenti avvenuti agli incroci, seguono quelli che si verificano a una intersezione (20,7%) poi quella a una rotatoria (3,2%). L’indice di mortalita’ invece resta invariato mentre quello di gravita’, il rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti moltiplicato 100, aumenta da 1,4 a 1,8. L’incidentalita’ resta alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: si confermano le criticita’ della statale 16 dove si registra il maggior numero di incidenti (393, 13 decessi e 744 feriti) e delle statali 7 (Taranto – Lecce), 172 (dei Trulli, Casamassima – Taranto) e 100 (Bari – Taranto) L’indice di mortalita’ cresce a Lecce e Barletta, diminuisce nei comuni di Foggia, Bari, Brindisi, Andria e Trani e non varia nel comune di Taranto.La concentrazione degli incidenti e’ stata elevata tra la primavera e l’estate: tra maggio e settembre se ne contano 4.493. Oltre il 77% degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalita’ raggiunge i valori piu’ elevati tra le 15 e le 16 e tra le 17 e le 18, valori molto superiori alla media giornaliera (2,1). Il venerdi’ e sabato notte si concentra il 40,4% degli incidenti, il 56,7% delle vittime e il 43,2% dei feriti. L’indice di mortalita’ in questo caso e’ pari a 4,1 decessi ogni 100 incidenti.La maggior parte degli incidenti stradali – rileva l’Istat – avviene tra due o piu’ veicoli (76,3%) mentre la tipologia di incidente piu’ diffusa e’ lo scontro frontale-laterale, 3.753 casi, 41 vittime e 6.703 feriti, seguita dal tamponamento, 1.668 casi, 14 decessi e 3.228 persone ferite). In merito alla pericolosita’ al primo posto si colloca lo scontro frontale, segue l’urto con ostacolo accidentale.Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la distrazione e la velocita’ troppo elevata sono le prime tre cause di incidente:
costituiscono complessivamente il 48,6% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide per il 16,2%. L’arrivo della pandemia ha modificato radicalmente le abitudini di tutti e la mobilita’ ha avuto una battuta d’arresto come mai si era verificato prima. Nel periodo di lockdown il tasso di mobilita’ (percentuale di persone che hanno compiuto almeno uno spostamento in giornata, ad eccezione dei tragitti a piedi inferiori ai 5 minuti) e’ passato dall’85% al 32% mentre la lunghezza media degli spostamenti e’ diminuita del 40%. Un effetto positivo e’ sicuramente dato dalla diminuzione di incidenti stradali dovuta alla minore esposizione al rischio. I
primi dati, forniti dalla polizia stradale e dall’arma dei carabinieri nel periodo gennaio-aprile 2020, mostrano in maniera evidente gli effetti dell’entrata in vigore dei decreti, che hanno istituito prima le zone rosse in alcune regioni del Nord e successivamente il confinamento di tutta la popolazione sull’intero territorio nazionale.

 


Pubblicato il 24 Ottobre 2020

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