Il rimpasto alla Regione rischia di trasformarsi in un’agonia
Alla Regione il previsto rimpasto di Giunta, più volte annunciato dal governatore Michele Emiliano ma finora non ancora effettuato, rischia di trasformarsi in una vera e propria agonia per la maggioranza di centrosinistra che nel maggio del 2015 ha vinto le elezioni in Puglia. Infatti, da mesi la maggioranza che sostiene Emiliano nell’aula di via Capruzzi è paralizzata da beghe nella coalizione ed anche interne ad alcune delle forze politiche che la compongono, a cominciare dal partito stesso del governatore, il Pd per l’appunto, lacerato dalle faide tra renziani ortodossi (finora esclusi di una presenza in Giunta), renziani finti e seguaci dichiarati di Emiliano, con conseguenti ed evidenti ripercussioni sull’attività legislativa ed amministrativa dell’Ente. Ora, però, a rendersi conto della gravità e dei rischi che tale situazione sta provocando sulla collettività pugliese evidentemente sono anche alcuni autorevoli esponenti della stessa coalizione di maggioranza che, rompendo ogni indugio, hanno invitato Emiliano a non perdere ulteriore tempo per il rimpasto di Giunta, ricomponendo l’equilibrio di rappresentanza dei territori nell’esecutivo e lasciando da parte ogni altra questione, da affrontare poi con calma, man mano che eventualmente si presenterà la necessità. E tra coloro che stanno esortando il governatore a procedere immediatamente con il rimpasto c’è anche il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo (Pd), che con una nota dichiarato: “Occorre procedere subito al rimpasto di Giunta”. Infatti, Loizzo pur riconoscendo le difficoltà legate all’impasse in cui si è venuto a trovare Emiliano in quasi tre anni di amministrazione, durante la quale si sono dimessi ben 5 assessori per motivi giudiziari o di opportunità (Mazzarano, Caracciolo, Giannini, Santorsola e Liviano), ritiene ora non più rinviabile la decisione di Emiliano di ricomporre la Giunta e, prendendo ufficialmente posizione in tal senso, lo esorta a procedere senza ulteriori indugi, prescindendo dalle altre problematiche di maggioranza ancora in sospese. Un appello al governatore “a far presto” è giunto anche dal capofila di “Art. 1-Mdp-Leu” nell’Assemblea pugliese, Ernesto Abbaterusso, che però, a differenza di Loizzo, ritiene “fuori luogo” procedere al rimpasto senza una preventiva definizione del programma di fine legislatura da concordare, un metodo collegiale nell’azione di governo e la strategia condivisa in vista delle elezioni regionali del 2020,così come – ha ricordato inoltre lo stesso Abbaterusso – stabilito nella riunione di maggiorana di 15 giorni fa. Infatti, per l’esponente di “Art.1- Mdp” un rimpasto fatto con le modalità da lui suggerite da Loizzo, aggraverebbe i problemi più che risolverli all’interno della maggioranza. “Il problema vero – ha sottolineato inoltre Abbaterusso – è che la guerra all’interno del Pd si sta riverberando sull’istituzione regionale paralizzandone qualsiasi forma di attività”. “Una situazione – ha pure affermato il rappresentate regionale del partito di Pietro Grasso – che crea disagi e divisioni con relativo rischio di implosione della maggioranza a causa di un presente e di un futuro nebulosi e incerti, avvertendo che “se si resta inermi si rischia di trasformare la crisi in agonia”. Pertanto ha invitato Emiliano “a uscire dall’indecisione, a convocare immediatamente i responsabili con cui in mezza giornata di lavoro approntare il programma dell’ultima parte della legislatura e successivamente e conseguentemente procedere alla nomina degli assessori mancanti”. E, proseguendo, ha avvisato il governatore che queste, e non altre, sono le condizioni per un impegno diretto suo e, quindi, della forza politica che rappresenta. “Emiliano dunque – ha poi concluso Abbaterusso -sappia che la sorte e il destino di questa maggioranza sono nelle sue mani, ma occorre agire in fretta e bene. Anche evitando, ogni tanto, di ascoltare i cattivi consigli”. Una nota di rassicurazione al governatore è giunta invece dal consigliere regionale leccese Mario Romano del gruppo “Popolari-Udc”, subentrato lo scorso Ottobre allo scomparso Salvatore Negro. “Il Gruppo – ha dichiarato Romano – è coeso e, pur considerando le difficoltà oggettive che connotano la maggioranza di governo, confida nel superamento delle stesse e auspica al più presto il rilancio dell’azione amministrativa per poter dare risposte alla comunità pugliese”, dopo aver precisato che “nel gruppo dei ‘Popolari’ alla Regione Puglia non ci sono scontenti né mai il gruppo ha chiesto al presidente Emiliano che venisse tolta la delega a Salvatore Ruggeri”. Notizia, quest’ultima, riferita dalla stampa, ma per Romano frutto probabilmente di “battute raccolte fuori dai luoghi preposti, dove si discute e si prendono decisioni”. Un appello ad Emiliano a non rinviare ulteriormente il completamento della Giunta, con le nomine degli assessori nei posti rimasti vacanti a seguito di dimissioni o mai nominati, come nel caso della Sanità, è giunto anche dal vice presidente dell’Aula di via Capruzzi in quota all’opposizione, Giandiego Gatta di Forza Italia. “Mai abbiamo assistito – ha affermato Gatta – ad una Legislatura come questa, in cui nulla si muove e nulla si costruisce per onorare il mandato ricevuto”. “Emiliano – ha rilevato il vice di Loizzo – continua a trattenere deleghe strategiche per la Regione” e “nel frattempo, la sua Giunta resta monca ed incapace di incidere nelle, ormai incancrenite, dinamiche socio-economiche della nostra amata Regione”. E nonostante tale paralisi politica ed amministrativa, ha denunciato ancora Gatta, “Emiliano, che sembra attento solo alle strategie politiche e non anche all’azione amministrativa, latita anche nell’impegno a ricucire i rapporti con i suoi”. Ed il risultato, per il vice presidente forzista del Consiglo reginale, “è un progressivo declino della Puglia e l’acuirsi di tutti i suoi problemi”. Per cui Gatta concorda con Loizzo, per l’invito al governatore pugliese “a procedere subito al rimasto di Giunta per ripartire, dimostrando uno scatto – seppur tardivo – di dignità”. Infatti, Gatta aveva premesso nel suo invito che “Emiliano deve restituire ai cittadini un’Istituzione in grado di affrontarne i problemi”, perché “se non vuole farlo, ne tragga le doverose conclusioni”, assumendosi le responsabilità. Ma Emiliano, per ora, anche su queste evidentemente ha deciso di non decidere.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Aprile 2018