Il procuratore Volpe alla città di Foggia: “Collaborate e denunciate”
“Vedere costantemente soggetti che subiscono attentati dinamitardi dichiarare che non hanno mai ricevuto minacce, fa male perche’ sicuramente quelle persone stanno mentendo. Vorrei dire alla citta’ di Foggia che abbiamo bisogno di collaborazione, di dichiarazioni e denunce”. Lo ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, nella conferenza sui sette fermi eseguiti ieri a Foggia nei confronti di presunti affiliati al clan Moretti-Lanza-Pellegrino, lanciando un appello contro il muro di omerta’. “La criminalita’ organizzata si nutre di traffico di droga ed estorsioni – ha continuato Volpe – ma se si taglia questo cordone ombelicale finanziario alla criminalita’ organizzata, credo che i risultati non tarderanno a venire”.Alla conferenza stampa ha partecipato anche il pm della Dda di Bari Roberto Rossi che, insieme con i colleghi Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, ha coordinato le indagini. Rossi ha parlato di “indagini difficili” a causa della “capacita’ di intimidazione che comporta un diffuso clima di omerta’, tanto e’ vero che ci sono stati tentati omicidi non denunciati”. Il capo dello Sco, Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, Renato Cortese, che ha collaborato con la Squadra Mobile di Foggia, ha sottolineato la necessita’ di “rinnovare, rimodulare e rinforzare l’impegno su un territorio che desta preoccupazione a causa di dinamiche criminali estremamente frizzanti”. Il questore di Foggia, Piernicola Silvis, ha spiegato infatti che “a settembre e’ cominciato un periodo in cui la criminalita’ organizzata foggiana ha rialzato la testa in maniera seria, se mai l’aveva abbassata”, ricordando “dieci attentati dinamitardi, cinque tentati omicidi e quattro omicidi” in meno di cinque mesi.
Pubblicato il 29 Gennaio 2016