Cultura e Spettacoli

Il Monco di San Ferdinando e la tassa dei fessi

Di tutti i giochi d’azzardo di cui lo Stato abbia il monopolio, quello del Lotto è il meno conveniente per lo scommettitore essendo il vantaggio del ‘banco’ addirittura sleale. Una cosa risaputa e scientificamente dimostrata. Eppure, ogni settimana, sono almeno tre milioni gli italiani che sfidano la sorte muovendosi fra novanta numeri.  ‘La tassa dei fessi’, chiamò qualcuno questo malsano esercizio di speranza, in taluni casi vicino alla tirannia psicologica, che di fatto si traduce in un prezioso sostegno al malandato Erario. Con quale criterio individuare i numeri? C’è chi si affida al calcolo matematico anche raffinatissimo e chi invece, in un clima di non estirpata superstizione e di sopravvivenza di credenze arcaiche, ricorre alla Smorfia o si rivolge alla persona che per un qualche dono profetico ha il potere di ‘dare i numeri’. La storia del Lotto considera molte di queste figure, generalmente di estrazione proletaria. A San Ferdinando di Puglia si ricordano ancora di Ignazio Torraca, un semianalfabeta detto Il Monco nato nel 1872. Di cosa vivesse nessuno se lo ricorda, però se è vero che perse il braccio per lo scoppio di mortaretto è segno che faceva il maestro pirotecnico o l’aiutante di qualche maestro pirotecnico. L’incidente gli cambiò la vita, gli produsse un quale cambiamento nell’ordine del pensiero. Da quel giorno Il Monco si appassionò alle estrazioni del lotto. Approfondì le sue conoscenze sino ad elaborare una personale tabella di gioco. Grazie a questa tabella, che tenne nascosta sino a quando funzionò, si conquistò una fama che varcò i confini pugliesi. Il vertice della fama Torraco lo toccò nel 1926. Annunciò un ambo su tutte le ruote il 2 gennaio e un altro ambo, ancora una volta su tutte le ruote, il sabato successivo (all’epoca si giocava al lotto solo una volta alla settimana). Azzeccò entrambe le volte. Il suo capolavoro fu l’estrazione del 23 dello stesso mese. Il Monco aveva annunciato questa volta un terno e su ruota determinata, quella di Napoli : 21-54-82. Quei numeri uscirono e Torraca divenne una celebrità. I giornalisti se lo contendevano, mentre il popolino lo subissava di lettere  (a un certo punto l’unico ufficio postale di San Ferdinando dovette procedere a nuove assunzioni). Fosse stato un altro tipo, il Monco ne avrebbe approfittato per arricchirsi. Non lo fece ed ebbe di che mordersi le mani perché di colpo, misteriosamente, così come fino a quel momento aveva  funzionato, il suo sistema cominciò a inanellare un insuccesso dietro l’altro. In breve Torraca perse tutta la credibilità sin lì guadagnata. Si ridusse in miseria. Ciò tuttavia non gli impedì di raggiungere l’inviabile età (per quei tempi un record) di 88 anni. Il Monco si spense nel 1960. In cosa consisteva il suo sistema (che egli rese pubblico quando i ripetuti insuccessi lo screditarono)? Chi abbia voglia di perdervi la testa non ha che da cercare in Rete, dove il complicato calcolo è ampiamente esposto.

Italo Interesse


Pubblicato il 28 Giugno 2016

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