Primo Piano

Il mega-accordo per l’housing sociale al vaglio della maggioranza

Tremila alloggi, 370 per il Comune, dopo 15 anni è tutto complicato

Affrontare il tema dell’housing sociale che avanza, per iter burocratico, conferenze di servizio e anche ricorsi al Tar (più di recente) da circa 15 anni è necessario per Foggia. Oggi si tiene una riunione di maggioranza per discutere di un piano molto articolato che vale 27 accordi di programma. Si tratta di 3mila alloggi di cui l’80% andrebbe alle imprese costruttrici, un 10% al Comune più altre 340 case su terreni ceduti. Una realizzazione in variante urbanistica che può incidere fortemente sull’aspetto della città, tante cubature in periferia mentre langue il Pug, il centro storico attende di essere “rigenerato” e comincia a fioccare qualche ricorso delle ditte che si sentono danneggiate da un iter bloccato nel 2015. Dentro o fuori i 27 accordi di programma sembra un passo avanti o indietro per il Pug con il risultato che, in sintesi, non si va avanti.

 

Una bella gatta da pelare per la maggioranza che avrebbe deciso di dedicarsi, anche con la presenza di un delegato di Arca Capitanata, alla spinosa questione.

Che fare, procedere con questo imponente programma o no? L’assessore Galasso, durante i suoi interventi in aula consiliare, ha sempre evidenziato come le cubature dell’housing incidano molto sul Pug e, durante la conferenza prima delle ferie, la stessa sindaca Episcopo evidenziò che il consiglio è tenuto a esprimersi, nel senso che dovrà votare.

Non semplice, fanno notare i consiglieri di maggioranza e opposizione, per via dei rischi cui i singoli e l’ente potrebbero esporsi nel caso di uno stop. “Sarebbe il caso di sottoporre la questione a un legale, esperto delle materia”, dice Giovanni Quarato, presidente della commissione ambiente e territorio e delegato all’emergenza abitativa. Come consigliere del M5s evidenzia un altro aspetto: “La sfida è inserire l’emergenza abitativa in un contesto urbano equilibrato, con un Pug in grado di riassorbirla. Certamente finora è stato fatto un percorso lungo, articolato verso l’housing sociale, non sappiamo se a questo punto possiamo tirarci indietro o dobbiamo tener conto di una continuità amministrativa. Alle medesime imprese si può far eseguire un’operazione simile ma in un contesto diverso. È chiaro che con 3mila alloggi in periferia si esauriscono le potenzialità edilizie di una città. C’è consumo di suolo, più costi per strade, illuminazione in una città che ha un surplus di abitazioni non occupate e il centro da rigenerare. Ecco perché penso che questo housing abbia molti punti deboli.  In ogni caso, entro la fine della consiliatura dobbiamo risolvere il Pug e l’housing sociale, 372 alloggi devono essere dati, anche in altri modi”.

La minoranza di Fdi è cauta: “Abbiamo chiesto un supplemento di documentazione- dice Claudio Amorese – l’ufficio tecnico e legale deve fornirla, e anche la Regione deve esprimersi. Sollecitino il parere, l’edilizia popolare la fa Arca, non il Comune. Accelerare sull’housing espone a ricorsi, nel caso di stop; dire sì è una scelta politica che spetta alla maggioranza, sono loro che hanno il gioco in questo momento”.

A luglio scorso fu un consigliere di Con, Antonio Mancini, a chiedere conto del perché un iter del genere si fosse bloccato ma, al momento, non è ben chiaro quale sia la posizione del partito sull’argomento.

La documentazione, spiegano i consiglieri di maggioranza e opposizione, è lacunosa. Ricostruiamo, tuttavia, alcuni passaggi fondamentali di questo lungo iter con lo spettro di terreni agricoli da destinare ad abitazioni.

Il percorso, d’altra parte, si è consolidato negli anni, l’approvazione dei progetti arriva nel 2009 e nel 2010. La conferenza di servizi data al 2013 e conferma i parametri urbanistici fino al voto in consiglio di “interesse pubblico” sul piano. Nel 2015 si blocca l’iter e gli addetti ai lavori forniscono spiegazioni diverse sul perché.

“La Regione non si è mai espressa sulla variante urbanistica” dice il capogruppo di Fdi Claudio Amorese. Nel 2022, con i commissari, si tiene una conferenza di servizi con la Regione. Quindici anni dopo, viste le nuove leggi e i nuovi strumenti di pianificazioni urbanistica, la Regione vuol capire se c’è ancora “l’interesse pubblico” ed esorta il Comune a esprimersi, previa istruttoria tecnica. Nel frattempo ci sono stati tre ricorsi delle imprese, con esiti diversi anche nel caso di chiusura o meno della procedura da parte del Comune. Insomma, se si pensava di avere lumi dai casi giudiziari non è stato così.

L’housing resta appeso a una serie di altri cavilli, non sappiamo quanto rilevanti. Per esempio che un tratto di orbitale incrocerebbe un piccolo terreno interessato agli alloggi sociali, secondo voci un fatto “irrilevante” per mandare all’aria il tutto.

Notevoli dubbi restano legati alle tempistiche, se 15 anni sono già trascorsi è da capire quanti ne servirebbero ancora alle imprese per costruire e al comune per avere alloggi gratis, nonché terreni. Quella bella infornata “sociale” di accordi, che ha attraversato amministrazioni di colore diverso, ancora pesa sul groppone dell’ente.

Paola Lucino


Pubblicato il 3 Settembre 2024

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