Il gip:“Malaj ha ucciso per morbosa gelosia, non e’ pentito. Jessica inseguita e uccisa”
Nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip di Foggia Roberta di Maria si è detto “dispiaciuto per la figlia”, ma a quelle parole il giudice delle indagini preliminari sembra non crederci e anche per questo ha convalidato il fermo di Taulant Malaj, 45enne di origine albanese, che lo scorso 7 maggio è stato arrestato dai carabinieri a Torremaggiore per il tentato omicidio della moglie e per aver ucciso a coltellate la 16enne Jessica – intervenuta per proteggere la madre – e il presunto amante della consorte, il vicino di casa Massimo De Santis.
L’uomo, dunque, resta in carcere per il concreto pericolo di fuga e di reiterazione del reato. “Nel caso di specie sussistono concrete ragioni di cautela come si evince: dal tipo di reato commesso; dal movente che lo ha ispirato (ossessiva e morbosa gelosia verso la moglie); dalla condotta antecedente e successiva allo stesso; dal fatto che neanche la presenza del figlio minore Leonardo di appena cinque anni, che assisteva inerme alla violenza perpetrata ai danni della madre e della sorella, lo abbia fatto desistere dalla sua azione criminosa; dall’aver ostentato la propria inconcepibile ‘impresa’ riprendendo le vittime subito dopo averle accoltellate mortalmente e facendo mostra del proprio ‘folle’ gesto invitando tale video ad un suo amico; dalla mancanza di segni concreti di resipiscenza”. Contro Taulant Malaj, l’uomo in carcere con l’accusa di duplice omicidio (della figlia 16enne Jessica e del presunto amante della moglie Massimo De Santis) e del tentato omicidio della donna Tefta, “sussistono i gravi indizi di colpevolezza”. Lo scrive il gip di Foggia Roberta di Maria nella convalidato del fermo.
“Il quadro indiziario – già grave e supportato dalle dichiarazioni confessorie del prevenuto – si è consolidato a seguito dell’acquisizione dei filmati che hanno ripreso quasi integralmente le scene in cui l’uomo colpiva ripetutamente con chiara volontà omicida sia la moglie che la figlia all’interno della sua abitazione. Le modalità del fatto e l’entità delle lesioni cagionate alle vittime mostrano chiaramente che il Malaj ha agito con l’intenzione di cagionare la morte non solo del De Santis ma anche della moglie e della figlia” si legge nel provvedimento di 11 pagine.
La giovane Jessica – “che con coraggio ha cercato in tutti i modi e fino alla fine di difendere la madre dalla brutale aggressione del padre” è stata colpita “volontariamente” – come mostrano le telecamere nell’appartamento di Torremaggiore -, “non solo quando interveniva in un primo momento all’interno della camera da letto, ma anche quando l’aggressione continuava all’interno del salone dell’abitazione”. La minore, da un primo esame del medico legale è stata uccisa con “non meno di 4 coltellate al torace”, mentre sul corpo di De Santis “sono state riscontrate un numero non inferiore a 23 coltellate”, alla testa, al collo, al torace e all’addome e al braccio sinistro, “e questo è un dato sintomatico della furia omicida con cui l’indagato ha agito, non lasciando sostanzialmente scampo alla vittima”.
Allo stesso modo la modalità con cui il Malaj si è avventato nei confronti della moglie, inizialmente, presa di sorpresa, in piena notte, mentre si trovava nel letto, “era tale da poterne cagionare la morte. Dalle immagini estrapolate dai video presenti nell’abitazione è possibile vedere chiaramente che l’indagato, inveiva contro la stessa, sferrando molteplici coltellate nei suoi confronti anche nella parte superiore del tronco, in cui hanno sede organi vitali”. La mancata morte è dovuta oltre che dalla reazione della stessa Tefta, “dall’intervento della giovane figlia Jessica nonché probabilmente dal convincimento di averla effettivamente lasciata a terra esanime”, oltre che dall’arrivo successivo dei sanitari.
Pubblicato il 11 Maggio 2023