Cronaca

Il Gargano fa squadra e vuole vederci chiaro sulle riforme

Nasce il Centro Studi su istituzioni pubbliche, aderiscono 17 sindaci

l Gargano fa squadra, riunisce 17 sindaci e vuole entrare nel vivo del dibattito sulle riforme con il “Centro studi sulle istituzioni pubbliche”. Presidente onorario è il prof Enrico Follieri. “Lo è per tutto quello che sta facendo, e per i sentimenti dimostrati sempre verso la nostra terra. L’ho già detto in altre occasioni – dichiara l’avvocato Giovanni Maggiano- penso che per definirsi ‘garganico’ non basta essere nato e vissuto sul nostro meraviglioso promontorio, ma bisogna comportarsi da garganico. E il prof. è l’emblema di questo mio pensiero. Questa terra è bellissima, ma ha i suoi problemi, a volte sembriamo un’isola. Non vogliamo trovarci davanti al fatto compiuto, vogliamo prendere parte alla discussione sul premierato e in particolare sull’autonomia differenziata”.

Il centro appena nato sarà un luogo di confronto: “Aperto a tutti, senza distinzioni di carattere politico, chi è favorevole all’autonomia e chi è contrario, accoglierà esponenti del governo o parlamentari che esprimono idee diverse.

Ci sono buone possibilità che vengano qui a discutere del territorio per conoscere, per toccare con mano la nostra realtà, per testare quello che c’è e quello che manca”.

Ci sono dei pregressi in questo attivismo civile: “Una discussione necessaria nel nostro centro studi per ‘non fare la fine’ della riforma della giustizia. Abbiamo dovuto fare due cause al Ministero per mantenere il nostro ufficio del giudice di pace. Sono state portate avanti proprio da Enrico Follieri. La giustizia oggi sul Gargano si mantiene grazie a dei sindaci illuminati che, nelle stanze comunali e con i loro dipendenti, permettono di avere a Rodi un ufficio di riferimento”.

È questo uno dei motivi scatenanti, anche, dell’attivismo garganico in questa fase di riforme. La prospettiva, chiarisce Maggiano, è aperta: “Noi oggi non diciamo che siamo ‘allarmati’, né che siamo d’accordo con l’autonomia differenziata”. Il ministro Fitto, a tal proposito, a Foggia per il congresso di Fdi, disse che era anche uno strumento “per responsabilizzare le classi dirigenti”, in particolare del Mezzogiorno: “Bisognerebbe capire in che termini si parla di responsabilità. Noi in questa fase vogliamo ascoltare le voci e far sentire la nostra. Andremo a raccogliere i risultati di quanto verrà discusso nei vari incontri anche con degli atti che avranno poi finalità consultiva nelle sedi in cui si dovrà decidere. Sa qual è la vera sorpresa? La massiccia adesione del Gargano e anche delle Isole Tremiti. È il desiderio di poter partecipare, seppur dall’esterno. I sindaci dei 17 comuni rappresentano una popolazione complessiva di 137.000 abitanti”.

Sono di estrazione “civica” molti dei primi cittadini che hanno aderito, o del Pd, qualcuno è di centrodestra. Hanno aderito Peschici, Vico del Gargano, Rodi Garganico, Ischitella, Carpino, Cagnano Varano, Sannicandro Garganico, Lesina, Isole Tremiti, Poggio Imperiale, Apricena, Rignano Garganico, Mattinata, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Vieste.

“Quando si tratta di ragionare su tematiche e approfondirle io sono sempre d’accordo – dice Michele Cristetti, sindaco di S. Giovanni Rotondo-. Come si svilupperà concretamente questo impegno che ci fa fare squadra, non lo so. A parte le tematiche generali, se parliamo di ‘autonomia differenziata’ io ho la mia idea, contraria, anche come partito, il Pd. Capisco che un sindaco di centrodestra sia più in difficoltà. Io per esempio parteciperò all’incontro organizzato dal “Coordinamento per la democrazia costituzionale”, di Cgil e Uil Puglia che si terrà a Bari il 9 febbraio. La tematica è molto delicata, bisogna essere molto vigili”.

Rocco Di Brina, sindaco di Carpino e anche presidente della comunità dei sindaci del Parco del Gargano. “Parlare con una voce sola, come territorio, è quello che per anni abbiamo cercato di fare. Da presidente della comunità dei sindaci del Parco del Gargano, me ne sento un piccolo artefice, questo del centro studi sulla funzione pubblica è un altro tassello per confrontarci, avanzare proposte sostenute da validazioni tecniche importanti, come si dice ‘proposte cantierabili’. Non può funzionare, parlando di riforme, che nuove funzioni vengano trasferite ai Comuni senza risorse. Le differenze fra territori sono arcinote, magari sono stati più bravi di noi… ma tante situazioni andavano ristabilite prima perché tutti partissero dallo stesso nastro”.  (p.l.)


Pubblicato il 6 Febbraio 2024

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