Il fiuto di Enrico Mattei per il Gargano
Il 27 ottobre 1962 (cinquantatre anni fa) la mafia uccideva Enrico Mattei, uno dei più grandi imprenditori di tutti i tempi, l’uomo che nel dopoguerra rivitalizzando l’ENI divenne il protagonista del miracolo economico italiano. Tranne alcuni mascalzoni, tutti gli italiani devono qualcosa a quest’uomo. Noi pugliesi, per esempio, dobbiamo a Mattei la valorizzazione del Gargano. Fino agli anni cinquanta, persino nella stessa Puglia, la percezione che si aveva del Gargano non andava oltre lo stereotipo del territorio marginale, popolato da gente arretrata. Quasi Cristo si fosse fermato a Foggia, complice anche l’assenza di una viabilità che andasse oltre carrarecce costiere, sfuggiva a tutti la bellezza selvatica di quella costa e del suo entroterra. Ma poi arrivò Mattei… Era il 29 agosto del 1959 quando Mattei si trovò sorvolare il Gargano a bordo del suo aereo privato (lo stesso Morane-Saulnier MS-760 Paris I-SNAP che, manomesso all’aeroporto di Catania, esplose in volo nel cielo di Bescapé, un piccolo paese in provincia di Pavia). Rapito da quella natura incontaminata, Mattei ordinò al pilota di virare ed effettuare un secondo passaggio. I passaggi si moltiplicarono, Mattei non si stancava di quel gioco aspro di lame e insenature. Quando poi il piccolo apparecchio sorvolò una sconosciuta località detta Pugnochiuso dominata da un piccolo faro ricavato riadattando una torre di avvistamento del Cinquecento, Mattei fu come abbacinato. ‘Ma questo è il paradiso terrestre!’ esclamò e subito diede ordine al pilota di riprendere la rotta. Sapeva già cosa fare. Al ritorno a Milano diede incarico ai suoi collaboratori di mettersi in contatto con il Comune di Vieste. Il 26 marzo 1962, al prezzo di 250mila lire ad ettaro (la superficie acquistata era di 24 chilometri quadrati), quell’area diventava di proprietà dell’ENI, che vi avrebbe stabilito il Centro Vacanze Aziendale. Fu il boom di Pugnochiuso. Arrivarono i turisti anche dall’estero, per intrattenere i quali si formò in loco una generazione di artisti (Giancarlo Magalli, Cochi & Renato, Lino Banfi, i Giancattivi, i Gatti di Vicolo Miracoli, Pippo Franco…). Il resto è storia di oggi : morto Mattei, il centro di Pugnochiuso sfolgorò sino a quando rimase senza concorrenti. Poi, un poco il declino del colosso italiano degli idrocarburi che già prima della conversione in società per azioni avvenuta nel 1992 aveva messo la gestione del Centro nelle mani di altre società, un poco l’insorgere di una concorrenza piuttosto agguerrita, il monopolio di Pugnochiuso ebbe termine. E in un certo senso ebbe termine anche un mito. Al presente il Villaggio di Pugnochiuso è uno dei tanti splendidi resort del Gargano.
Italo Interesse
Pubblicato il 27 Ottobre 2015