“Il ddl di Emiliano sulla Partecipazione è un bluff”
Il disegno di legge sulla possibilità di partecipazione dei cittadini alle scelte della politica, voluto dal governatore pugliese Michele Emiliano (Pd) ed all’ordine del giorno del Consiglio regionale di lunedì prossimo, è un bluff. A smascherare le criticità del ddl della giunta Emiliano sulla Partecipazione sono stati i consiglieri regionali Antonella Laricchia, Gianluca Bozzetti, Rosa Barone e Grazia Di Bari del M5S che, nel corso della conferenza stampa durante la quale hanno illustrato i punti cardine della propria proposta di legge sulla “democrazia diretta” che consentirebbe ai cittadini una reale partecipazione alla vita politica, hanno anche messo a nudo il bluff legislativo di Emiliano e della sua maggioranza di centrosinistra che, su questo tema, evidentemente sta ingannando i cittadini pugliesi, in quanto – secondo gli esponenti pentastellati – è “un ennesimo spot privo di contenuti”. Infatti, hanno spiegato i quattro esponenti regionali del M5S, “leggendo attentamente il testo del disegno di legge risulta chiaro che alla fine a decidere su cosa potranno esprimersi i cittadini sarà sempre e comunque Emiliano”. E, proseguendo, hanno commentato: “questo non ci meraviglia viste tutte le decisioni prese dalla Giunta senza tener minimamente conto del Consiglio Regionale”, citando come esempio il Piano di riordino ospedaliero, adottato nonostante la doppia bocciatura in Commissione o, per fare un altro esempio più recente, la delibera di Giunta che ha aumentato lo stipendio dei direttori delle Asl, nonostante la proposta fosse stata già respinta dalla Commissione. Il testo del ddl di Emiliano sulla partecipazione – hanno poi chiarito i consiglieri del M5S in una nota – prevede che ogni richiesta di processo partecipativo dovrà essere valutata di volta in volta dalla giunta regionale . Giunta che, secondo la stessa proposta di legge, istituisce anche l’Ufficio della Partecipazione e nomina il responsabile unico del processo partecipativo. Poi, al termine del processo partecipativo, si stabilisce che venga redatto un documento, contenente le indicazioni dei cittadini alla politica, da sottoporre alla valutazione dalla giunta Emiliano, che potrà decidere se tenerne conto oppure fare addirittura il contrario di quanto chiesto dai cittadini. E, per rendere più chiaro il concetto ai cittadini, i rappresentanti “grillini” hanno banalizzato la proposta di legge con un paragone. Infatti, hanno dichiarato che è come se un direttore dicesse ai dipendenti: “da oggi vorrei che vi esprimeste tutti… ma decido io chi parla, decido io chi deve controllare ciò che dite e comunque qualunque cosa diciate mi riservo il diritto di ignorare completamente ciò che avete detto”. Però, ha commentato inoltre i 5 Stelle: “Questa non è democrazia diretta, è una barzelletta”, in quanto “non si tratta solo di una proposta inutile, ma anche pericolosa”, perché prevede di “congelare” qualsiasi iniziativa legislativa fino a 6 mesi laddove sull’argomento si sia aperto un processo di discussione. E questo, per i pentastellati pugliesi, significa che Emiliano avrebbe due armi molto potenti in mano dal momento che sarebbe la sua Giunta a decidere quali processi partecipativi aprire e come gestirli. Infatti, hanno ancora chiarito gli stessi: “potrebbe bloccare fino a 6 mesi iniziative su tematiche che gli risultano scomode oppure, al contrario, potrebbe avviare processi partecipativi su provvedimenti ambigui in modo da portarli avanti forte di una presunta legittimazione popolare”. Invece, “per il Movimento 5 Stelle – hanno incalzato i quattro consiglieri pugliesi di “Grillo” – la democrazia diretta è una cosa seria”, spiegando che la loro proposta sulla democrazia diretta sposterebbe il potere decisionale dalla Giunta ai cittadini ed al Consiglio regionale, che è l’unico organo legittimato a rappresentare i pugliesi. Ed al riguardo hanno evidenziato di fare ricorso nel proprio ddl a strumenti che permetterebbero di attuare una partecipazione seria e concreta dei cittadini. Infatti, hanno spiegato ancora i “consiglieri “grillini”, “ tra i punti principali ci sono: l’abbassamento a 7000 del numero di firme necessarie per la presentazione di proposte di legge popolari; l’istruttoria pubblica, uno strumento partecipativo che consentirebbe la discussione in forma di pubblico contraddittorio su un determinato argomento; il bilancio partecipativo, che darebbe ai cittadini la possibilità di discutere e contribuire a stabilire come e a chi assegnare parte delle risorse pubbliche; il referendum abrogativo con quorum proporzionato alla percentuale di votanti alle ultime elezioni regionali e il referendum propositivo, completamente assente nell’attuale statuto”. Quindi, hanno infine avvertito Laricchia, Bozzetti, Barone e Di Bari: “non permettiamo a nessuno di prendersi gioco dei cittadini e in Consiglio Regionale daremo battaglia sperando che i pugliesi capiscano che questa legge è solo l’ennesimo tentativo malriuscito del presidente Emiliano di scopiazzare il programma del Movimento 5 Stelle”. In effetti, le perplessità dei consiglieri regionali dei “5 Stelle” al ddl sulla Partecipazione all’esame dell’Aula di via Capruzzi il 3 luglio prossimo non sono affatto infondate, perché il governatore Emiliano non è affatto nuovo in taluni comportamenti contraddittori ed irrispettosi della volontà popolare. Infatti, come si ricorderà, già quando era sindaco di Bari è stato protagonista di episodi dal valore meramente propagandistico, come il suo noto e tanto strombazzato “metodo dell’ascolto”, che alla prova dei fatti si è spesso concretizzato nel mettere in atto provvedimenti che andavano in senso esattamente opposto a quello indicato dai cittadini. Ed a riprova di ciò basta ricordare su tutti: il suo diniego da sindaco, nonostante la vittoria dei “SI” al referendum consultivo, all’Autonomia comunale delle ex frazioni di Palese-Santo Spirito e Carbonara-Ceglie-Loseto ed il suo successivo diktat da presidente del Pd pugliese all’allora gruppo regionale del suo partito sullo stesso tema. E questo episodi, evidentemente, già da soli sono sufficienti a confermare che le intenzioni del governatore Emiliano sulla reale Partecipazione dei cittadini alle scelte della politica regionale, così come formulate nel ddl in esame lunedì, altro non sarebbero che un vero e proprio “bluff ” per i pugliesi.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Luglio 2017