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“Il crollo del 60 per cento dei prezzi delle verdure causa una deflazione choc”

“Il crollo del 60 per cento dei prezzi delle verdure nei campi causa una deflazione choc che i consumatori non conoscono perche’ sui banchi di vendita di piccola, media e grande distribuzione la forbice dei prezzi dal campo alla tavola e’ sempre troppo larga”. Lo denuncia Coldiretti Puglia che  ha manifestato davanti alla sede del Consiglio regionale donando verdure di stagione ai consiglieri regionali,agli assessori e ai presidenti di Consiglio e Giunta, Loizzo ed Emiliano. Il tutto “per manifestare lo stato di disagio che gli agricoltori vivono in campagna e chiedere interventi di sostegno al settore attraverso campagne di comunicazione sulla sana e corretta alimentazione a base di prodotti ortofrutticoli pugliesi e favorendo la vendita nelle strutture della distribuzione organizzata”. L’orticoltura rappresenta – e’ emerso durante la manifestazione – un comparto fondamentale dell’agricoltura pugliese contribuendo con una quota di oltre il 30% alla formazione del valore aggiunto delle coltivazioni agricole. In Puglia risulta coltivato circa ¼ della superficie complessiva nazionale destinata agli ortaggi. L’ortofrutticoltura e’ uno dei settori chiave dell’agricoltura pugliese, con un valore nel 2015 di 1.087.600.000 euro di produzione lorda vendibile. “E’ determinante il riequilibrio nei rapporti tra imprese agricole, distribuzione e consumatori con accordi e controlli per la verifica dei margini. Per questo – ha spiegato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – chiediamo al governo della Regione Puglia di avviare iniziative di sostegno con gli ipermercati e di dare corpo e sostanza alla legge che aveva previsto l’obbligo dell’utilizzo nelle mense pubbliche. Il tutto tramite previsione nei relativi bandi, di prodotti agricoli di origine regionale in misura non inferiore al 50%, il coinvolgimento diretto delle grandi e medie strutture di vendita che operano sul territorio regionale, anche tramite realizzazione di spazi espositivi in esclusiva, oltre all’utilizzo delle imprese esercenti attivita’ di ristorazione o di vendita al pubblico attraverso il loro inserimento in campagne regionali di immagine, nonche’ disposizioni in materia di vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli e di controlli”.  “Il 56% delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo piu’ oculato, rivolgendosi direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi piu’ freschi che durano di piu’”. Secondo l’associazione agricola “il 34 per cento ha ridotto le dosi acquistate, il 27 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento prestando piu’ attenzione alla data di scadenza”. Dati che portano il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, a spiegare come se “probabilmente non e’ ipotizzabile una legge che obblighi gli ipermercati a vendere prodotti locali, e’ invece praticabile l’ipotesi di preferire, nel rilascio delle autorizzazioni, quelle strutture che nella loro organizzazione commerciale e, quindi, nel loro regolamento societario dimostrano di saper valorizzare i prodotti legati al territorio ove si individuino approvvigionamenti di prodotti tipici direttamente dalle imprese locali”. D’altronde rimarca la Coldiretti “la disponibilita’ ai consumatori di produzioni locali non soggette a lunghi tempi di trasporto garantisce freschezza e genuinita’ uniche. La Regione Puglia aveva poi accolto una specifica richiesta avanzata dalla Coldiretti tendente a preferire nella ristorazione collettiva, gestita dalle istituzioni pubbliche, i prodotti biologici e tradizionali nonche’ quelli a denominazione protetta ed ad indicazione geografica tipica, dando valore preminente alle tipicita’ della regione Puglia”. In Puglia – e’ stato lamentato dagli agricoltori durante la manifestazione – arrivano carciofi dall’Egitto, angurie dalla Grecia, pomodori dal Marocco, passata di pomodoro dalla Cina, ciliegie dalla Turchia e una volta entrati diventano ‘made in Italy’. “Si mina cioe’ il reddito delle imprese agricole ed il tutto si traduce in una truffa per i consumatori, ignari di quello che acquistano e mangiano, alla faccia del rispettato dell’obbligo di esporre sui cartellini, oltre al prezzo, l’origine, la varieta’ e la qualita’ della frutta e verdura in vendita previsto dalla legge per consentire ai consumatori di fare confronti omogenei e di scegliere i prodotti piu’ convenienti”.


Pubblicato il 20 Aprile 2016

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