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Il compromesso su Lacarra potrebbe essere una tregua armata

Chi credeva che la battaglia per la scelta del successore di Michele Emiliano alla guida del Pd pugliese sarebbe stato un bagno di sangue tra le sette anime interne al partito locale è rimasto deluso. Infatti, la corsa per la presentazione dei nomi da portare in competizione alle primarie già annunciate per il 15 maggio prossimo si è conclusa con circa 48 ore d’anticipo rispetto al previsto (la data ultima per la presentazione delle candidature alla segreteria regionale del Pd scade oggi) e ma non senza sorprese, perché in Puglia non ci sarà nessuna conta nel Pd, in quanto nel partito pugliese di Matteo Renzi è scoppiata improvvisamente la pace per la scelta del nuovo segretario regionale. Una pace ritrovata intorno ad un unico nome per la carica di segretario pugliese, quello del neo consigliere regionale Marco Lacarra, di area renziana, ma molto gradito al neo presidente della Regione, Emiliano per l’appunto, che politicamente lo conosce molto bene, avendolo avuto al suo fianco già nei suoi due mandati da sindaco di Bari, da prima come consigliere dei Ds nell’Assemblea cittadina e poi, dal 2009, come assessore ai Lavori pubblici nell’esecutivo. Insomma, Lacarra è il nome su cui tutte le anime del Pd pugliese hanno trovato la quadra, evitando di scontrarsi ai gazebo per la corsa alla segreteria regionale. Quindi, niente più primarie di metà maggio, poiché il nome per succedere ad Emiliano al vertice del Pd pugliese è ormai unico, avendo gettato la spugna senza neppure iniziare a combattere anche gli altri nomi che già circolavano da tempo per la corsa alle primarie, vale a dire l’eurodeputata pugliese del Pd, Elena Gentile, l’esponente salentino dei “Gd” Stefano Minerva, oltre al deputato foggiano Michele Bordo che, per la verità, aveva fatto circolare il suo nome, come candidato per la segreteria regionale, solo se ci fosse stata la necessità di un terzo nome, in caso di scontro a due tra la sua conterranea Gentile, espressione della sinistra Dem, ed un antagonista di diversa area interna al partito. Nomi, questi ultimi, che – come detto – già circolavano insieme a quello di Lacarra. Per cui ciò che bisognerebbe capire e come mai precedentemente non c’è stata subito l’intesa su Lacarra, visto il suo nome già circolava da tempo, mentre nel corso dell’ultimo incontro, improvvisamente, tutte le correnti interne al partito si sono accordate per portarlo addirittura come candidato unitario? Cosa può essersi, infatti, verificato di nuovo nell’ultima settimana da indurre anche coloro che si erano già fatti avanti per la corsa alle primarie a desistere senza colpo ferire dai già preannunciati propositi? Sono questi i due principali interrogativi che circolano tra molti elettori di base del Pd pugliese, dopo aver appreso la notizia che il loro partito con tutta probabilità non celebrerà più le primarie di metà maggio, perché il nuovo segretario regionale è stato deciso unitariamente a tavolino dai diversi capi corrente locali. Infatti, se non ci saranno variazioni a quanto già annunciato, la consacrazione di Lacarra a segretario regionale dovrebbe avvenire per acclamazione nel corso di un’apposita assemblea regionale del partito. I tempi perché ciò accada non saranno certamente rapidi, perché bisognerà prima eleggere le sei assemblee provinciali, che a loro volta dovranno, poi, eleggere i rappresentanti per l’assemblea regionale che nominerà Lacarra segretario del Pd pugliese. Quindi, per ora Lacarra è solo un segretario in pectore del Pd, poiché il segretario uscente, Emiliano, continuerà a gestire il partito almeno fino a quando non si insedierà la nuova assemblea regionale del Pd. Assemblea regionale di cui probabilmente i capi corrente locali avranno pure già concordato a tavolino, insieme al nome del successore di Emiliano, anche la composizione interna, dividendosi i posti a disposizione, oltre ai ruoli nella futura direzione regionale del partito. Pertanto, l’accordo appena sottoscritto in nome di Lacarra segretario regionale più che di un atto propedeutico ad una pace duratura potrebbe verosimilmente trattarsi invece di una tregua armata, in attesa degli eventi. Ed il primo di questi potrebbe essere l’esito del referendum “No triv” del prossimo mese. Successivamente ci sarà quello delle amministrative dei Comuni chiamati al voto il prossimo giugno e poi ancora l’esito del referendum costituzionale previsto nel prossimo autunno. Infatti, solo dopo le risultanze di tali eventi si potrà realmente capire se la Puglia è diventata un “feudo” renziano a tutti gli effetti, e quindi anche il Pd pugliese sarà divenuto una rocca forte del premier, oppure se a livello regionale, ancora una volta, qualcuno ha solo giocato di fioretto per non inimicarsi Renzi e non dispiacere Emiliano, dimenticando forse che il Pd nel prossimo anno dovrà celebrare il congresso a tutti i livelli ed in quella sede “Tertium non datur” non solo per il presidente della Regione Puglia, Emiliano, ma sicuramente neppure per il Primo cittadino di Bari, Decaro, e per neo segretario in pectore del Pd pugliese, Lacarra.                   

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Marzo 2016

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