Il calvario di chi soffre da morire aspettando la ‘cannabis terapeutica’
Sta diventando una vera e propria ‘crociata’ quella di chi all’assessore pugliese alla sanità Emiliano ha richiesto con forza di allestire laboratori galenici all’interno delle farmacie territoriali o ospedaliere per garantire la continuità terapeutica ai tanti ammalati pugliesi che si curano con la “cannabis terapeutica”. “In questi mesi – ha calcato la mano il consigliere pentastellato Mario Conca – s’è venuta a creare una situazione di stallo che ha portato al peggioramento delle condizioni di salute di centinaia di pazienti oncologici o affetti da sclerosi multipla, sindrome di Tourette, epilessia Parkinson, glaucoma, e da tante altre patologie. Gli assistiti devono prima lottare per trovare un medico prescrittore, che può risultare una vera e propria odissea, poi mercanteggiare per ottenere un piano terapeutico dal dirigente medico che spesso predilige prescrivere i più costosi farmaci, poi si devono scontrare con le farmacie territoriali che pur potendo importare l’erba medicinale dall’estero, non avendo allestito i laboratori galenici, non possono predisporre i preparati e fornirli ai pazienti nel rispetto dell’attuale normativa nazionale. Se si rivolgono, invece, alle farmacie ospedaliere vengono rimandati sul territorio perché dicono di non avere la competenza. Se si recano dalle farmacie private con la prescrizione, che non possono fare l’importazione diretta ma possono fare i galenici, difficilmente trovano i quantitativi richiesti per la penuria, certamente voluta, di bedrocan, bedica, bediol e bedrolite. Si finisce in questo modo per fare un favore alla criminalità organizzata alimentando il mercato illegale dello spaccio che rischia di essere l’unica via percorribile. È oramai evidente che BigPharma ne osteggi la diffusione perché l’unica controindicazione delle infiorescenze è quella che fa male ai bilanci delle case farmaceutiche”. Insomma, bisogna allestire subito i laboratori galenici in ogni farmacia territoriale che abbia prescrizioni con cannabinoidi e bisogna fare le importazioni dirette dall’Olanda o dal Canada, senza passare dagli importatori italiani che moltiplicano il costo. Questo in attesa che l’istituto Militare possa fornire la quantità e qualità richiesta al fabbisogno crescente. Questo modus operandi permetterebbe un più veloce reperimento della sostanza, fondamentale per non interrompere la continuità assistenziale degli ammalati, e garantirebbe un risparmio cospicuo per le casse pubbliche. Il costo diventerebbe infatti di circa 6 euro al grammo per l’importazione diretta, rispetto ai circa 12 euro tramite i depositi italiani, con un risparmio regionale di almeno 2 milioni di euro annui. Il ministero della Salute ha autorizzato l’importazione di 300 kg per il 2018 che, ha spiegato ancora Conca, non basteranno neanche fino a maggio dato l’aumento esponenziale di pazienti che usano farmaci a base di cannabis per i comprovati benefici nel lenire la sintomatologia di moltissime malattie. “La soluzione ideale – per il consigliere Conca – sarebbe quella di legalizzare la coltivazione domestica di cannabis a scopo terapeutico, in seguito ad una regolare certificazione medica. I pazienti non possono più aspettare. Se le cose non dovessero cambiare in fretta ci vedremo costretti a denunciare la pubblica amministrazione per l’aggravamento del quadro clinico di tanti malati cronici”.
Francesco De Martino
Pubblicato il 14 Aprile 2018